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IL SISTEMA SCOLASTICO CULTURALE ITALIANO
Troppi , troppi compiti a casa e per le vacanze !
L’attuale sistema di cultura e di insegnamento scolastico italiano è palesemente retrogrado e non razionale , sotto l’aspetto della corretta formazione e sviluppo culturale e psico fisico dei giovani. Tale sistema deve cambiare . Deve cambiare attraverso una maggiore partecipazione pratica ( esercizi e prove pratiche ) , oltre alla indispensabile teoria , degli alunni , degli studenti , in classe , durante le lezioni delle varie materie di studio, in ore di scuola già programmate a tale scopo, fissate ad hoc per tutto l’anno scolastico . Inoltre , i programmi scolastici delle varie materie devono essere riveduti e rimodulati onde consentire ad ogni giovane studente di poter utilizzare al meglio le proprie risorse intellettive e psicofisiche verso l’impegno di studi e per una giusta formazione culturale , che però sia adeguata alle esigenze della società moderna, con indirizzi culturali e istituzionali progressivamente più specializzati , nel corso degli anni di crescita e sviluppo del giovane , per offrire più possibilità di scelte e indirizzi ( classici , scientifici , artistici , tecnologici , umanistici , etc..) , ma consentire altresì’ di poter dedicare più tempo , dopo le ore di scuola , al riposo , alla distensione psico-fisica , ad altre attività , ricreative .
Naturalmente , una seria e razionale riforma realizzata da un Governo che responsabilmente tenga in seria considerazione gli attuali problemi della scuola , riguardanti il rischio di un grave ridimensionamento di principi democratici e pubblici istituzionali nell’ambito della organizzazione e dei rapporti inter-funzionali , nonché sotto il profilo dei mezzi e strumenti e opere infrastrutturali , che disponga e realizzi un più adeguato contingente organico del personale docente e un numero di studenti per classe non eccessivo, idoneo ad ottenere efficaci risultati dalla riforma stessa.
Appello a difesa della scuola pubblica
Ai componenti del gruppo PD del SenatoAl segretario regionale del PD Fausto Raciti
tramite il Segretario provinciale del PD Basilio Ridolfo
Noi docenti, lavoratori della scuola, genitori e semplici cittadini, nell'esprimere il nostro profondo dissenso nei confronti del DDL la “Buona Scuola” che minaccia di negare il ruolo fondamentale della scuola come luogo di formazione e crescita, nel rispetto dei valori costituzionali della Repubblica e della libertà di pensiero e di insegnamento,
CHIEDIAMO
al Segretario Provinciale Basilio Ridolfo (ME) di farsi portavoce presso i vertici nazionali e regionali del PD del disaccordo di così tanta parte dei docenti, del personale ATA, dei genitori e dei cittadini, e pertanto
PROPONIAMO
Il ritiro del DdL in quanto stravolge la visione educativa e collegiale presente finora per imporre una visione verticistica e aziendalistica della scuola.
In subordine, riteniamo particolarmente gravi e inaccettabili alcuni aspetti e in particolare
SOLLECITIAMO
Il ridimensionamento dei poteri del Dirigente Scolastico che vanno contro i principi della democrazia scolastica fondata sul pluralismo e sulla libertà d’insegnamento, ponendo il personale in un rapporto di sudditanza.
L’abolizione degli ambiti territoriali in quanto lesivi dei diritti acquisiti dai docenti in anni di lavoro e il mantenimento delle graduatorie che permettono un obiettivo e trasparente modus operandi.
L' immediato rinnovo del contratto nazionale ormai scaduto da sei anni, al fine di garantire una dignitosa retribuzione in linea con gli standard europei.
L' assunzione dei precari storici con un piano pluriennale, senza fare distinzioni, scegliendoli da graduatorie di merito e non da albi.
La non assegnazione di deleghe al governo in materia di legislazione scolastica in quanto verrebbe meno il necessario dialogo parlamentare che potrebbe portare al miglioramento degli atti legislativi.
La ridefinizione del Comitato di valutazione dei docenti.
L' abbassamento del numero di allievi per classe: max 20.
La regolamentazione dell’ingresso dei privati nella scuola senza interferenze nella didattica e nelle scelte operate dalla scuola.
Il pensionamento dei Docenti dopo 35 anni di servizio anche per permettere ai giovani di entrare nel mondo della scuola.
La rivalutazione della categoria docente che, al contrario di quanto avviene nella politica, è stata selezionata per merito (SSIS, TFA, PAS) e si è formata sul campo dopo decenni di insegnamento in scuole di ogni ordine e grado.
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