domenica 10 luglio 2016

IL SAPER BENE GOVERNARE



          
UNA  SOCIETA’ SANA  E  UNA  POLITICA  GIUSTA  PRODUCONO  RICCHEZZA ,  PROGRESSO  SOCIALE  E  BENESSERE  PER  TUTTI  I  CITTADINI .
UNA  SOCIETA’  CORROTTA  E  UNA  POLITICA  INGIUSTA  PRODUCONO  INIQUITA’ ,  INVOLUZIONE  SOCIALE  E  MALESSERE  PER  I  CITTADINI .
                           
                 IL  SAPER  BENE  GOVERNARE


La ricchezza  è un bene sociale  solo se  essa  è  equamente  redistribuita  nell’ambito della popolazione ;  a tal fine , il solo modo per evitare gravi disparità  di reddito  fra le classi sociali ,  che siano tali da determinare  condizioni di  vita  proibitive in danno dei meno abbienti , è quello di  applicare equamente le  imposte fiscali , cioè in misura  proporzionale  ed  effettivamente  più  incisiva  sui redditi più alti ,  calcolati sull’ammontare reddituale  complessivo  individuale  in  godimento  e di contrastare  efficacemente   l ‘ evasione  fiscale .




E’  cosa  indubbia  che saper bene governare  rappresenta  un compito davvero difficile  e  complesso . Sono  necessarie , nelle persone alle quali viene dato il compito di governare ,  qualità  individuali caratteriali  e di  cultura  particolarmente  positive , che  se  per un verso richiedono capacità di mantenere  fermi e solidi comportamenti , ligi a principi etici e morali , di correttezza ed onestà  e in attività pubbliche istituzionali , volte al bene comune  e a finalità  di giustizia sociale , in nome  e  nell’interesse della collettività ,  per  altro  verso  richiedono  capacità  organizzative e gestionali della cosa pubblica , nonché di intermediazione e  interlocuzione  nei confronti di  realtà politiche e sociali le più diverse , sia interne sia esterne al proprio contesto sociale,  verso le quali non è  ragionevolmente possibile  e anche  non  utile isolarsi , anzi  spesso dannoso  non confrontarsi .

Per tali motivi , sino a quando nel  Paese  vi sarà  una classe politica , deputata a governare ,  inaffidabile  sotto l’aspetto della coerenza  morale e anche carente sotto il profilo culturale e gestionale , allora nell’ambito della comunità  ad emergere saranno sempre situazioni di ingiustizia sociale , di sperequazioni , di instabilità politica , e conseguentemente di disordini e proteste popolari , anche molto gravi e drammatiche.

In definitiva , quando questi sintomi negativi emergono in modo preoccupante , ed è in pericolo lo stesso assetto democratico del Paese, è necessario  intraprendere con determinazione e urgenza , misure volte ad un risanamento della classe dirigenziale ,  politico-istituzionale  e governativa ,  è necessario ed indispensabile che in una società democratica  venga dato ampio spazio e molta più importanza alla  istruzione e preparazione dei giovani verso temi e problemi che attengono , non solo alla cultura generale e professionale , ma anche a quelli di natura politica  e sociale , sui principi e valori costituzionali , al fine di ottenere nel futuro possibilità di scelte maggiori e più idonee , per una classe dirigenziale in grado di affrontare i gravosi problemi che interessano il governo di un Paese.

 La più importante fra  le  diverse  ragioni  che  identificano  un  mal  governo   è senza dubbio quella di una politica che determina profonde iniquità fra le classi , fra i ceti sociali , attraverso  gravi squilibri nella distribuzione della ricchezza nazionale, a causa della mancata capacità di ridurre progressivamente  il “gap “  economico e sociale esistente  fra le regioni del nord  e le regioni del sud  del Paese ,  la  mancata capacità di porre  in essere efficaci interventi finanziari e progettuali volti a ripristinare nelle regioni meridionali  condizioni di  vita sociale più adeguate alle effettive esigenze  e bisogni della popolazione ,  la mancata capacità  di rimuovere tutte le situazioni di degrado e di arretratezza  per anni accumulatesi , specie riguardo alle infrastrutture e mezzi di collegamento e trasporto di persone e merci ,  a rivalorizzare le risorse ambientali ed umane , attraverso  adeguati sostegni economico-finanziari e  progetti concreti e organici di ammodernamento  e efficienza  di strutture e apparati amministrativi-burocratici. 


DISORGANIZZAZIONE DEGLI APPARATI ED ENTI PUBBLICI  NEI  CASI  DI  EVENTI  PERICOLOSI  PER  LA SALUTE  E  LA  SICUREZZA DEI CITTADINI.

Continua ,come insopportabile e ingiustificata, la consuetudine del " rimpallo " burocratico istituzionale delle responsabilità fra Enti e apparati politico-istituzionali, nei casi di interventi urgenti e per fatti gravi per la salute e sicurezza della comunità . Tutto e sempre va  in attesa che qualcun altro intervenga " per competenza " . In Italia , in Sicilia , a Messina ,come in qualsiasi altra città , gli apparati istituzionali pubblici , nei casi di evenienze , di fenomeni , di episodi di elevata gravità e pericolo e rischio per la salute e la sicurezza dei cittadini , vengono spesso a trovarsi non coordinati adeguatamente e sinergicamente , con la conseguenza di dover registrare interventi operativi tardivi , parziali e non efficaci , mai risolutivi dei problemi . Pertanto , nelle gravi , gravissime circostanze di situazioni a rischio per la comunità, in cui emergono necessità di interventi operativi e univoci , URGE , attraverso  opportuni provvedimenti legislativi , la istituzione e la individuazione  a livello TERRITORIALE di UNA UNICA SUPERIORE AUTORITA' , responsabile , che abbia "pieni poteri " decisionali e fattivi di organizzazione e di intervento e che rappresenti la fonte unica e comune di riferimento per tutti gli altri apparati istituzionali del territorio interessati al fenomeno contingente.




                                 “ IL  LAVORO    e la   POLITICA
E’  perfettamente inutile e anche demagogico continuare a sostenere , a parole e nelle interminabili discussioni in tavole rotonde di riunioni politiche e in tv , che il      “ lavoro “  rappresenta il fattore fondamentale della nostra Repubblica Democratica  ( Art. 1 della Costituzione ) e che esso è indispensabile per la crescita sociale ed economica del Paese ,  se  poi non  viene evidenziato  e affrontato seriamente  l’aspetto più importante , costituito dalla esistenza  delle condizioni necessarie a che il lavoro stesso possa realizzarsi  effettivamente , efficacemente .
 Il “ lavoro “  è come il  seme  di una pianta . In esso sono contenute tutte le energie , le potenzialità delle idee , dei progetti , delle invenzioni  concepite dalle intelligenze più brillanti ,  ma  come ogni seme , il “lavoro “ ha bisogno di essere interrato in un ambiente salubre , ricco di sostanze nutritive ,  che gli consentano di svilupparsi , di crescere e di trasformarsi in una pianta rigogliosa e fruttifera. Il “ lavoro “ ha bisogno di condizioni sociali e politiche sane e giuste , di provvedimenti oculati , rivolti alla utilizzazione più proficua delle risorse umane e ambientali , alla cura a che la pianta sana non venga soffocata da sterpaglie , cioè che l’opera sana dell’uomo onesto e laborioso  non venga sopraffatta dall’arroganza e dallo sfruttamento di mani malavitose , da una maldestra politica collusa con interessi speculativi  e faziosi ,  che divorino ogni fonte di ricchezza , inaridendo ogni possibilità di crescita e di sviluppo sociale.
A tal fine , è la scelta del contadino onesto e competente  a determinare la condizione indispensabile alla buona riuscita della semina ; è la scelta della classe politica onesta e competente a determinare risultati positivi per la vita sociale di una comunità.
Si potrà dire che il problema del “lavoro “   e quindi della occupazione presenta in questi  tempi aspetti abbastanza complessi , che richiedono soluzioni non facili , ma sempre possibili .
Sia per il fenomeno della globalizzazione dei mercati , sia della crisi generalizzata in materia economica e finanziaria , sia anche  a causa del fenomeno straordinario ed  epocale della immigrazione .   Il mondo industrializzato richiede sempre più la esigenza di personale specializzato e di più elevata professionalità  e sempre meno di quello addetto a lavori manuali , di operai , che vengono sostituiti da macchine e da robot.
Il  settore del terziario  rappresenta il campo nel quale poter trovare forme e posti occupazionali , sia in settori commerciali  di elevate dimensioni ( ipermercati ) , sia in campo telematico e di servizi ( call center ) . Ma anche in tali settori emergono problemi  sotto il profilo occupazionale e retributivo, in quanto che la domanda di lavoro supera di gran lunga l’offerta e inoltre , prevale la tendenza ad utilizzare risorse umane , sia di residenti sia di immigrati ,  sfruttandone i bisogni e quindi sottopagandole  o pagandole in nero ,  nonché a delocalizzare le imprese in paesi più favorevoli dal punto di vista fiscale e dove più basso è il costo del lavoro.
Nonostante che tali situazioni di complessità inducano ad una pessimistica visione del presente e del futuro riguardo a prospettive di sviluppo e miglioramento delle condizioni socio-economiche  della popolazione e in particolare dei giovani, vi è ancora spazio per porvi rimedio e vi sono possibilità , se volute , di rivedere le regole sui rapporti di lavoro, che contemplino le esigenze di un mondo produttivo di beni e servizi nuovi , più moderni , con le esigenze di salvaguardia di diritti fondamentali a tutela di chi lavora , di chi presta la propria opera come dipendente , non solo dal punto di vista retributivo , bensì anche riguardo alle norme contrattuali della continuità del  rapporto lavorativo stesso .
Infatti ,  permangono comunque fattori obiettivi di positività occupazionale  in settori professionali moderni ,  tecnologici , informatici , con applicazioni in materia commerciale , in materia agro-alimentare , nel campo delle comunicazioni , nel settore aero-spaziale e satellitare , dell’abbigliamento , della moda , trasporti e turismo , nel recupero di opere d’arte , di monumenti architettonici storici , etc….
Tutto un mondo lavorativo e di produttività che si apre a chi è più preparato , a chi possiede più attitudini in campo professionale , ed è per questo che si rivela assai importante la “ politica “  , della classe dirigenziale di un Paese , la capacità di programmazione , di formazione professionale per i giovani , di organizzazione strutturale e funzionale degli apparati amministrativi e burocratici , la gestione corretta e legale delle risorse umane e ambientali , la capacità di affrontare le problematiche sociali seguendo criteri di economicità , di giustizia e di equità , di sostegno verso i ceti meno abbienti , al fine di evitare di determinare condizioni drammatiche di sperequazione , sia dal punto di vista economico e finanziario , sia sotto l’aspetto della emarginazione sociale . Nonché evitare che si determinino situazioni ambientali di degrado e di trascuratezza nelle manutenzioni e nei controlli sull’ambiente e sulle strutture , con particolare riguardo agli interventi diretti ed appalti su  opere pubbliche ( strade , ponti , fiumi , torrenti , strutture scolastiche , ospedaliere , porti , vie e mezzi  di collegamento ferroviario , marittimo , aereo ) ; tutti interventi che andrebbero promossi dal Governo e dalle Istituzioni pubbliche ; investimenti che favorirebbero e potrebbero soddisfare una ampia richiesta di occupazione e lavoro da parte di persone e di imprese , grandi e piccole e medie  e che avrebbero inevitabilmente un ritorno di produttività di ricchezza economica e sociale , di funzionalità , di sviluppo e di benessere per la vita della comunità.
Tutto  il  resto , sono soltanto chiacchere e  “prese in giro “  !





                        LA  RICERCA  SCIENTIFICA  IN  ITALIA

 La ricerca scientifica in Italia registra  gravi criticità , che hanno spinto Giorgio Parisi, fisico teorico della Sapienza Università di Roma, uno degli scienziati più importanti al mondo, a chiedere un aiuto all’Unione Europea, tramite una lettera sulla rivista Nature e una petizione su Change.org, per salvare la ricerca in Italia. «L’Italia — si legge nella petizione — investe pochissimo in ricerca. Gli scienziati invitano l’Unione Europea a fare pressione sul Governo Italiano perché finanzi adeguatamente la ricerca in Italia e porti i fondi per la ricerca a un livello superiore a quello della pura sussistenza».

Nel complesso, la spesa per la ricerca e lo sviluppo in Italia è tra le più basse in Europa. Secondo l’Ocse, infatti, l’Italia nel 2012, tra pubblico e privato, ha investito in ricerca l'1,26% del suo Prodotto Interno Lordo (PIL), contro una media Ue dell’1,98% e Ocse del 2,4%.


Spesa in Ricerca e Sviluppo in percentuale rispetto al PIL (dati Ocse 2012)
3,55  Finlandia   3,4  Svezia   3,35  Giappone     2,98  Danimarca     2,98  Germania  

2,79  Stati Uniti     2,4  Ocse     2,29  Francia       2,16  Olanda      1,98  Unione Europea

1,73  Regno Unito      1,65  Norvegia      1,3  Spagna    1,26  Italia   0,92  Turchia    0,69  Grecia


Nel 2016, scrive la senatrice a vita Elena Cattaneo, al fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica del Miur sono stati destinati 58,8 milioni di euro, con una riduzione di circa due milioni ogni anno fino al 2018: «Con questa quota il Miur finanzierà sia i Prin sia il Fondo per gli investimenti della ricerca di base (Firb). Quindi a voler essere ottimisti, se un altro bando ci sarà, sarà al ribasso. Con queste risorse irrisorie i ricercatori lavorano per ottenere dati necessari per essere competitivi nei bandi europei».


 Fortunatamente, nonostante i fondi scarseggino sempre più, l’Italia conferma, almeno per ora, la propria tradizione di eccellenza in quanto a qualità della propria produzione scientifica.
Gli esperti dell’Anvur, analizzando la banca dati SciVal di Scopus, hanno misurato che la quota di pubblicazioni scientifiche italiane si attesta (nel periodo 2011-2014) sul 3,5% del totale mondiale, con una crescita del 4% annuo della produzione scientifica nazionale
.(in lieve rallentamento rispetto agli anni precedenti)

Fuga dei cervelli :   il 73% dei ricercatori italiani si trova all’estero
Numeri dell'esodo. Ogni anno, circa 3mila ricercatori italiani - dottori di ricerca che hanno conseguito il titolo accademico - prendono la via dell'estero. L'Italia, tra i paesi europei più industrializzati, esporta più ricercatori di quanti non ne importi dagli altri paesi. Per il nostro Paese il saldo è paurosamente negativo: meno 13,2 per cento. In altre parole, perdiamo il 16,2 per cento di ricercatori fatti in casa che si vanno a confrontare con i colleghi stranieri e riusciamo ad attrarre il 3 per cento di scienziati di altri paesi. Il confronto con le nazioni europee di riferimento è impietoso. "Per molte altre nazioni europee - scrive la ricercatrice - le percentuali sono invece in pareggio, come per la Germania, o positive come nel caso della Svizzera e della Svezia (oltre il +20 per cento), del Regno Unito (+7,8 per cento) e Francia (+4,1 per cento). Perfino la Spagna, la cui economia non brilla certamente, ci tiene a debita distanza con una perdita contenuta all'1 per cento. Una situazione che per l'Italia si traduce in un impoverimento del capitale umano a scapito dello sviluppo che, al ritmo di 3mila ricercatori italiani all'estero all'anno in un decennio - dal 2010 al 2020 - l'Italia perderà qualcosa come 30mila ricercatori costati agli italiani qualcosa come 5 miliardi, che all'estero contribuiranno allo sviluppo economico di quei paesi.




IL  TURISMO  ,  LA  VERA E REALE  RICCHEZZA  ITALIANA



L' ITALIA  E'    IL  PAESE  PIU' RINOMATO AL MONDO PER LA CULTURA  E LE ORIGINI CLASSICHE  DELLA LINGUA E DELLA LETTERATURA  ;
 PER  LA  STORIA  DI  ANTICHE  CIVILTA’
           HA  LA  MIGLIORE  POSIZIONE  GEOGRAFICA  E HA LE  CITTA’  PIU’  AFFASCINANTI  E  RICCHE  DI  REPERTI  STORICI  ,  ARTISTICI , CULTURALI  E  ARCHITETTONICI
HA   LA  CITTA’ , ROMA ,  PIU’  FAMOSA  AL  MONDO  
                E'  AI  PRIMI POSTI IN CAMPO DI CULINARIA  E PER  LO STILE  ED ELEGANZA NELL'ABBIGLIAMENTO
                 HA  7458  KM  DI  COSTE  INCANTATE; 
                     HA IL  COMPRENSORIO  MONTUOSO  PIU’  BELLO  AL  MONDO  
         HA
  LE  ISOLE  PIU’  GRANDI  DEL  MEDITERRANEO 


 L’ Italia possiede il patrimonio artistico  più  grande e  più  pregevole al  mondo ;
  opere d’arte pittoriche , di sculture , di monumenti architettonici ;  beni preziosi  esposti nelle  numerosissime chiese e nei musei , nei quali , purtroppo , si trovano anche depositati  in locali  chiusi ,  non disponibili ai visitatori , ancora grandi quantità di opere d’arte di grande pregio , oggetti vari , quadri , sculture ,  antichi  testi religiosi e laici ; una enorme  risorsa  d’arte e cultura  , di  valore incommensurabile , che  non  viene  compiutamente  elevata  alla sua  dignità  e importanza a cagione della  colpevole disattenzione  e  trascuratezza  di una politica  assai  miope  ,  che non riesce  a  vedere  quanto  bene culturale  e  quanta  ricchezza in  più  potrebbe  derivare  per il nostro Paese. 

Tutti  noi cittadini dobbiamo  volere  che  il  nostro  Paese  cammini  su  una  via  di  progresso civile e sociale ,  verso un’economia finalmente liberata da inquinamenti mafiosi , finalmente sana e produttiva , non deturpata da fenomeni corruttivi e illegali   e  che  ritorni  ad  essere  la  sede  principale e definitiva  per il futuro professionale e sociale dei nostri giovani .

Per  ottenere  tutto ciò , è indispensabile il coinvolgimento di tutte le coscienze , di tutti gli italiani , del nord , del centro , del sud ,   in ogni luogo del nostro Paese , per una rieducazione  comune verso principi e valori di natura morale ed etica ; affinchè  siano ripristinati nella vita politica e sociale , principi di equità  e giustizia sociale , di ordine democratico e di legalità , e soprattutto che venga posta al gradino più alto l’esigenza di efficienza e funzionalità degli Organi Istituzionali preposti a far rispettare le leggi, le norme di trasparenza e di legalità nei rapporti e nelle attività pubbliche istituzionali  e punire con severità e certezza di pena ogni comportamento contrario ai principi di onestà e correttezza , con la detenzione e isolamento dei mafiosi e soprattutto con la effettiva riutilizzazione dei patrimoni degli stessi verso obiettivi e attività di pubblico interesse e per il bene pubblico. 
Al fine di voler utilizzare al meglio le risorse ambientali ed umane del nostro Paese dobbiamo ricordare che il turismo è la vera e reale ricchezza italiana ; per tale ragione sono assolutamente indispensabili progetti ed interventi operativi a livello politico governativo , nonchè di tipo privato ; interventi economici di finanziamento e investimenti verso opere infrastrutturali territoriali , che consentano più ampie ed efficienti vie di collegamento e mezzi di trasporto , da nord a sud , da ovest ad est , fra le varie regioni del Paese ; investimenti su progetti di qualificazione di risorse umane  professionali nei rami diversificati delle molteplici attività turistiche e imprenditoriali.
Professioni del Turismo, le retribuzioni
Una panoramica dello stato di salute del settore turistico in Italia con un'analisi delle retribuzione delle varie figure professionali coinvolte.
Francesca Vinciarelli - 19 luglio 2016
Ha indagato lo stato di salute del settore turistico in Italia, dal punto di vista economico e dal punto di vista del mercato del lavoro, il report firmato Osservatorio JobPricing sul mercato del lavoro delle professioni del turismo. L’indagine si è svolta in maniera piuttosto singolare: JobPricing ha indossato i panni di un turista, indagando quelle che sono le professionalità coinvolte nel settore del turismo e analizzandone l’aspetto retributivo, considerando solo le RAL (Retribuzioni Lorde Annue).
Analisi settoriale
Quello del turismo si conferma uno dei settori economici chiave in Italia: secondo l’ENIT (Ente Nazionale del Turismo) il nostro Paese nel 2015 è stato il quinto più visitato nel mondo con 50,7 milioni di turisti internazionali (+4,4% sul 2014). Gli stranieri in Italia hanno speso nel 2015 35.556 milioni di euro, pari al +3,8% rispetto al 2014. E anche il 2016 si è aperto in crescita: +3,3% rispetto ai primi 3 mesi del 2015. Secondo le stime Travel & Tourism Economic Impact 2016 Italy, l’impatto del settore turistico allargato sul PIL nel 2015 è stato pari al 10,2% (167,5 miliardi di euro). A livello occupazionale l’incidenza è stata dell’11,6%.

2 commenti:

  1. Gravissimo scontro fra due treni , nella linea ferroviaria fra Ruvo di Puglia e Corato alle ore 11,30 del giorno 12 luglio 2016.
    Adesso ci si domanda : com'è potuto capitare, ciò ? La risposta è semplice e tragica allo stesso tempo, la vera domanda è : Cosa ci si poteva aspettare , prima o poi , in un percorso ferroviario molto frequentato , ma a binario unico ? Ogni altra considerazione è oltremodo stupida e indecentemente ipocrita, offensiva rispetto alle povere vittime del cosiddetto definito " incidente."
    Purtroppo , ancora una volta si devono piangere i morti , vite stroncate , corpi straziati in una tragedia che ha dell'incredibile nel 2016 .....In taluni tratti di linea ferrata a binario unico , riscontrabili specialmente nel Sud del paese , tutto ancora è nelle mani , nella persona del capotreno ...come agli inizi del 900 ....solo che allora i treni viaggiavano a velocità molto più ridotte e le strumentazioni erano ancora agli inizi del progresso tecnologico, MA OGGI E' SOLO SCANDALOSO continuare a celebrare funerali ,che potevano facilmente essere evitati attraverso l'utilizzo tempestivo di risorse finanziarie e tecnologiche peraltro già disponibili in campo europeo.......la STORIA italiana è sempre la stessa , MILIARDI investiti in EXPO , in treni superveloci nel centro-nord , e invece al SUD ? Al Sud , gli esseri umani sono destinati a subire destini diversi, a continuare a sopportare le angherie mafiose , di una politica mafiosa e volutamente miope verso i bisogni e i diritti di certi cittadini ,, di una burocrazia corrotta ed inefficiente e pertanto a continuare a morire come topi in disastri assurdi , purtroppo ancora nei giorni a venire , inevitabilmente , poichè , passato il momento delle condoglianze , la politica abbasserà ancora una volta le tende su tutto il resto di degrado e di arretratezza esistente in molte realtà del meridione.

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  2. 10.000 poliziotti in meno negli ultimi 10 anni. Organici ridotti, scarse esercitazioni, obiettivi sensibili poco protetti. La sicurezza in Italia è ridotta ad un colabrodo. Ma per i rimborsi elettorali ai partiti i soldi si trovano sempre. È così che vogliamo combattere il terrorismo?

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