IL
DOMINIO DEI PAPERON
DE’ PAPERONI
Chi non
ricorda chi era “ paperon de’ paperoni
“ ? Il famosissimo personaggio di Walt
Disney , che ci ha tanto divertito nella
nostra infanzia ? Con la sua smania di
accumulare denaro in quella enorme
cassaforte ,nella quale si gettava a capofitto , come se fosse stata una
piscina , ma non piena d’acqua , bensì di monete d’oro , godendo di quella sua
opulenza ? Ebbene , ai nostri giorni ,
di personaggi come paperon de’ paperoni ne troviamo diversi ; non sono moltissimi nel
mondo , ma abbastanza numerosi e potenti per dettare qualsiasi legge sui
mercati internazionali, nonché sulle politiche di tutti i Paesi del globo , e
quindi sui destini dei popoli che vi abitano. I vari paperon de’ paperoni sono
in continua competizione fra loro ( sempre più spinti dalla smania di accumulare
quanto più possibile denaro e quindi
potere , gli uni rispetto agli altri ).
A questo
punto , sorge spontanea una domanda :
Questi paperon de’ paperoni potranno essere , diciamo , mille , o
duemila , o tremila e mettiamo pure più
di qualche migliaio , ma quale potrà
essere in un prossimo futuro il destino
di tutto il resto della popolazione del mondo , che calcoliamo intorno ai sette
miliardi di individui , circa , e in progressiva crescita ,
se le risorse disponibili sul
pianeta saranno sempre più
insufficienti per garantire a tutti una vita possibilmente dignitosa , ma anzi la loro inadeguata distribuzione ridurrà in povertà centinaia di
milioni di persone , specialmente a causa delle speculazioni di interessi finanziari e
di politiche di potere che determineranno più gravi e progressive sperequazioni e ingiustizie sociali ? E’ facile intuirlo .
I paperon
de’ paperoni , ricatteranno i poveri e
miserevoli popoli del mondo , gettando a
loro , ogni tanto, qualche monetina d’oro , spadroneggiando allegramente su
qualsiasi loro residuo bene , pretendendo sacrifici e fatiche a mo’ di risarcimento per interessi maturati
sui prestiti concessi, e riguardo a
ciascun malcapitato , non solo sino alla fine dei suoi giorni su questa terra, ma anche nel
prosieguo a carico delle sue generazioni future.
Non è forse
questo un “ Piano “ perfetto ? Che si sta man mano realizzando nel corso dei
secoli , nella storia umana ? Potere
e ricchezze nelle
mani di sempre più
pochi individui e famiglie. Le banche fanno
per loro da forzieri , da
casseforti , tutte naturalmente e
chiaramente da tutelare e salvare , a qualsiasi costo , qualunque cosa o tragedie umane possano
accadere , anche catastrofiche , a causa di guerre e conflitti ( confezionati ad hoc ),
rivoluzioni , cataclismi . Loro , i
paperon de’ paperoni , sanno già come e
dove salvarsi . Alla fine , a favore di questi potentati rimarranno sempre
tutti quelli che si adatteranno a vivere , accontentandosi di ciò che verrà loro
concesso di avere , ma in condizioni di
progressive limitazioni di libertà e di diritti
e che rimarranno a loro servizio
( praticamente in stato di servitù ) , per garantire loro e ai loro discendenti privilegiati le migliori
provviste e benessere , molto più che a sufficienza, i quali utilizzeranno , per i
loro fini , le tecnologie
più avanzate di prodotti
realizzati dalle menti
più intelligenti , selezionate e
asservite al loro
potere .
Se paperon
de’ paperoni è stato , per noi ragazzi , un personaggio oltretutto davvero simpatico , al contrario tutti questi altri individui , che a lui
vorrebbero somigliare , altro non appaiono se non esseri “umanoidi “, alimentati dalla
incoscienza di una umanità generale , imbelle e incapace di reagire e che sta perdendo via via il controllo
di sé stessa e dei suoi poteri ,
sino all’annullamento dei suoi più importanti
e fondamentali valori sociali.
( Note
da un articolo di LELIO
DEMICHELIS – MicroMega )
L’ordoliberalismo – già egemone forse più del neoliberismo nella forma economica e tecnica assunta dalla società globale – sta dilagando e diventando egemone anche in rete e questa volta è ordoliberalismo 2.0. Quali sono le conseguenze sociali e politiche?
Neoliberalismo , ordoliberalismo , indiidualismo
,capitalismo , potere finanziario e mediatico per il controllo e dominio sulle
masse e sulle economie reali , oligarchie , N.O.M. ..fine del socialismo,
agonia delle democrazie , dei diritti sociali , dell'umanesimo ....questa è e
sarà la direttrice mondiale dal XXI secolo in avanti e che potrebbe esplodere
in una terza guerra mondiale se la conflittualità fra i poteri forti raggiungerà
il punto di rottura e di non ritorno .
COS ‘ E’ “ L’
ORDOLIBERALISMO “ ?
L’ordoliberalismo – già egemone forse più del neoliberismo nella forma economica e tecnica assunta dalla società globale – sta dilagando e diventando egemone anche in rete e questa volta è ordoliberalismo 2.0. Quali sono le conseguenze sociali e politiche?
L’ ordoliberalismo è un modello economico, ma
soprattutto sociale che si dice appunto liberale,
sviluppatosi in Germania negli anni ‘30 del ‘900 attorno alla figura di Walter
Eucken, assumendo poi il nome di Scuola di Friburgo
e la denominazione di ordoliberalismo dal titolo della rivista Ordo, fondata sempre da Eucken e il
cui primo numero uscì nel 1948.
Eucken, assegnava allo stato la funzione di guardiano dell’ordine concorrenziale,
che a sua volta era considerato come un bene pubblico. Ma
dovrebbe risultare oggi chiaro ed evidente come lo
stato ordoliberale non sia un arbitro che fa rispettare le regole del
gioco («Così come l’arbitro non partecipa al gioco, così lo stato è fuori
dall’arena», sosteneva Ludwig Erhard), quanto un arbitro di parte, che fa le regole per il mercato, promuovendo il mercato inteso come forma economica
che deve diventare forma esistenziale
individuale e sociale, essere insieme disciplina e biopolitica (lo diciamo richiamando
ancora Foucault). Perché se il diritto diventa regola
del gioco che lo stato dà per lasciare poi ciascuno libero di giocare il suo personale gioco –
come appunto volevano gli ordoliberali - ma se il gioco che si deve giocare è quello del
capitalismo, allora la regola del gioco
non è imparziale né liberale (si cancella infatti ogni separazione e
bilanciamento tra il potere economico e quello politico e giuridico), ma
parzialissima e pedagogica, governamentale
appunto, a profitto del gioco del
capitalismo andando a modificare i modi e le forme di comportamento di ciascuno
e dell’insieme, modi e forme sempre meno sociali e umanistiche e sempre più economiche
e imprenditoriali. E libertà,
uguaglianza e fraternità cedono il passo a impresa, mercato e competizione. La
forma mercato deve cioè diventare forma sociale.
Ogni atto pro-mercato
contiene in sé una dose di coercizione e di dirigismo coattivo, di disciplina dentro a una biopolitica (il caso Grecia lo ha
dimostrato, ma lo ha dimostrato ancora di più la famosa lettera di Trichet e
Draghi all’Italia, del 2011) e maggiori sono le dosi di coercizione, maggiore è
l’assuefazione, cioè l’adattamento di
ciascuno al mercato e al suo dirigismo, che è appunto l’obiettivo
che l’ordoliberalismo persegue in modo insieme teleologico, escatologico
e teologico (di teologia economica)
Dunque, l’ordoliberalismo. E di ordoliberalismo si parla
spesso anche se - più spesso ancora - si usa il termine generico di
neoliberismo per definire le politiche economiche di
questi ultimi trent’anni, dimenticando la stretta connessione e
convergenza (al di là di alcune pur importanti differenze) tra queste due
ideologie - tra queste due biopolitiche. Mario Monti si autodefinisce
ordoliberale. Draghi lo ha detto di se stesso e della Bce («La costituzione
monetaria della Banca centrale europea è saldamente ancorata ai
principi dell’ordoliberalismo»). Renzi lo è con il JobsAct (e Hollande con la
sua legge sul lavoro) e con la preferenza per il governo
delle élite (anche se non lo è quando nega il decentramento del
potere). Lo è ovviamente la Germania di ieri e soprattutto di oggi e quindi
l’Europa dell’austerità, del pareggio di bilancio, delle riforme strutturali -
che sono strutturali e strutturanti (funzionali) per
l’espansione incessante del capitalismo, ma de-strutturanti
per la società, la democrazia e per i diritti civili, politici e sociali.
Tutto, in realtà è ordoliberalismo prima o più che neoliberismo
. Ordoliberalismo come biopolitica, dunque; perché la vita
di ciascuno deve essere a immagine e somiglianza
del mercato e dell’impresa – l’altro
elemento forte e programmatico dell’ordoliberalismo – una biopolitica che
diventa una politica della società, secondo
Foucault, ma per una società da costruire appunto sul modello d’impresa. Non solo dunque fare impresa ma soprattutto, per
ciascuno, essere impresa.
Modello impresa; ma quale impresa? Nell’impresa, scriveva
ancora Röpke nel 1963, la democrazia è fuori luogo,
come in una sala operatoria. «La vera democrazia economica sta
altrove e cioè sul mercato, ove i consumatori sono elettori
al cui costante plebiscito l’imprenditore deve adeguarsi se non vuole andare
incontro al fallimento».
SOCIALISMO E
CAPITALISMO
Il socialismo è oggi
una voce del movimento intellettuale e politico planetario che lotta per
limitare l'espansione capitalistica nella vita personale e sociale
l’ideale della libertà sociale si realizza non nel rapporto
dell’uno-con-l’altro (intersezione), bensì in quello dell’uno-per-l’altro
(interconnessione) e, secondo Honneth, coincide, tra i principi normativi
introdotti dalla Rivoluzione francese, con la fraternité
o reciprocità solidale.
la libertà sociale è un ideale incapace di tener
adeguatamente conto della dimensione del potere.
MA perché i cittadini
delle società capitalistiche odierne dovrebbero “volere” la fraternità,
sostituendo l’individualismo che caratterizza il loro comportamento sociale?
Perché dovrebbero volere la realizzazione della libertà di ogni altro
individuo? Perché mai questo imperativo morale dovrebbe diventare il principio
regolatore della società futura?
la lotta per il socialismo è
fondamentalmente la lotta per la «subordinazione delle attività economiche a
fini e valori della vita sociale , mentre la dinamica del capitalismo genera continuamente disuguaglianze
multidimensionali, tra le quali spicca quella di ricchezza, e asimmetrie di
potere, tra cui spicca il rapporto tra capitale e lavoro nell’impresa; più la
vita personale e sociale è pervasa da questa dinamica di disuguaglianze e
asimmetrie, meno facile è, per i soggetti, resistere al comando di altri
soggetti e al dominio delle strutture in cui svolgono funzioni subalterne.
Per socialismo – s‘intende oggi una voce del movimento
intellettuale e politico planetario che lotta per limitare l’espansione
capitalistica nella vita personale e sociale. Esso si distingue da altre
espressioni anticapitalistiche per la visione egualitaria e libertaria,
centrata sull’autonomia del cittadino e sul politeismo dei valori, e per
l’impegno nel progettare “utopie concrete” quali percorsi di cambiamento
istituzionale.
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