martedì 11 giugno 2019

Misure fiscali ed equità sociale




  MISURE  FISCALI   ED  EQUITA’  SOCIALE

In Italia , invece di ricorrere a misure fiscali , rivolte ad  applicare semplici “ tagli “  sui redditi molto alti , incorrendo a possibili ricorsi di incostituzionalità , il Governo  dovrebbe attuare ciò che prevede la nostra Costituzione ( art. 53 ), attraverso una seria e “ generale riforma del sistema fiscale “ , di revisione delle aliquote fiscali ,  la quale preveda una effettiva e incisiva  proporzionalità delle aliquote fiscali sulla base della quantificazione dei redditi .

 Nella specie , dovrebbero essere applicate aliquote  opportunamente  alte  nei confronti dei redditi  più alti  e delle rendite  più elevate , in misura tale che  tali redditi e rendite  rimangano , nel loro importo netto , al di sotto  di un determinato e prefissato tetto massimo , stabilito dal Governo ,   e , inoltre , che  tale  sistema  consenta di  poter  applicare  aliquote  fiscali  più basse possibili  nei confronti  dei redditi medio  bassi  e delle piccole e medie imprese  ed esenzioni  dalle imposte  nei confronti  dei casi  di situazioni in gravi difficoltà economiche .

Tali provvedimenti di natura fiscale  verrebbero , in tal modo ,  a sostituire  l’applicazione della “ Flat tax “  , ottenendo gli stessi risultati  , cioè di agevolare le piccole e medie imprese e le attività produttive di reddito e quindi a favorire la  crescita economica ;  ma soprattutto  evitando  opposizioni  o  posizioni discordi   da parte  della Commissione  Europea , essendo , queste misure , tali da non  gravare sul debito pubblico , essendo esse il risultato di un calcolo matematico , che prevede un bilanciamento fra la diminuzione delle entrate fiscali , determinate dall’abbassamento di talune aliquote , e l’aumento di entrate fiscali , determinato dall’innalzamento delle aliquote  nei confronti  degli alti redditi.

  Infine , al fine di risolvere una situazione di “ impasse “ , fra Stato               ( debitore ) ed imprese ( creditrici ) ,  potrebbe essere adottato  un sistema “ compensativo “  , che dia la possibilità  a coloro che avanzano crediti dallo Stato , di compensare tali crediti  attraverso  il “ non pagamento “  di imposte o tasse , anche locali ,  verso l’Erario dello Stato , non solo passate o presenti , ma anche future , naturalmente sino  ad avvenuta  completa compensazione.



MALI  ESTREMI  ,  ESTREMI   RIMEDI  


Come si può vincere in Italia l’allarmante e gravissimo fenomeno della “ evasione fiscale “ ( oltre 150 miliardi di euro )  e combattere efficacemente contro i fenomeni di corruzione ,  di riciclaggio e del mercato nero  ?

Vietare i pagamenti in moneta contante , ad esempio , per valori  superiori a  cinque o dieci euro  e utilizzare la carta di credito   oppure smartwatch  , per pagamenti elettronici ( le cashless )  per importi superiori .

Il nostro Paese è agli ultimi posti in Europa per pagamenti elettronici . Una eccezione è la città di Bergamo , premiata come cashless city , dove secondo un progetto i cittadini che utilizzano strumenti elettronici di pagamento vengono premiati .

Svezia e Norvegia  usano ormai  solo i pagamenti elettronici  e presto anche l’Australia .


IL " MOSTRO " E' IL " SISTEMA FINANZIARIO INTERNAZIONALE " basato su speculazioni finanziarie agganciate ad un automatismo perverso di interessi monetari ,di tipo usuraio , che progressivamente schiacciano e stritolano qualsiasi tentativo di crescita economica dei Paesi , sul presupposto che nessuna riserva monetaria non può essere impiegata da questi Paesi , in investimenti strutturali e servizi sociali , se non per frenare la crescita degli interessi di un debito pubblico , che da parte dei Paesi coinvolti non potrà mai essere abbattuto e che per tale motivo continuerà a mantenere in uno stato di perenne " schiavitù " non solo " finanziaria " , ma purtroppo anche reale , sotto il profilo sociale ed economico , i Paesi che ne sono sottoposti , senza possibilità di uscita e di liberazione dal "mostro " finanziario , creato , gestito , controllato , da pochi gruppi detentori di enormi capitali e società multinazionali e di rating a livello mondiale, se non attraverso uno “ sganciamento “ , però praticamente impraticabile ,  dai controlli e interventi del potere finanziario internazionale .

 Comunque , se non altro , ove non sia possibile ottenere una riforma dei vincoli imposti nell’euro-zona , troppo restrittivi rispetto al rapporto deficit/pil , ogni Paese , per non rimanere sempre più schiacciato da fenomeni di recessione, sarebbe costretto , anche se in modo illegale rispetto alle norme europee,  a ritornare a stampare autonomamente una propria moneta nazionale , per tornare ad avere una certa autonomia in una economia reale del mercato interno e incentivi alla produzione  di beni e servizi.



Una “ ITALIAEXIT “  che , però , porrebbe in serio pericolo la sicurezza e la stabilità di tutto il sistema socio-economico-finanziario e anche politico del nostro Paese , e a rischio  della tenuta e protezione di quella ricchezza costituita dal  patrimonio privato , in atto abbastanza elevato , che potrebbe essere costretto a subire prelievi forzosi per tentare di evitare il                           “ tracollo “ del bilancio pubblico , come conseguenza  della esecuzione della procedura di infrazione e della pretesa di rispetto degli impegni assunti dall'Italia nei confronti della Euro-zona , nonché degli effetti speculativi sull’elevatissimo debito pubblico , prodotti dagli inevitabili attacchi ( SPREAD ) dei mercati finanziari internazionali  e delle agenzie di rating.

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