IL
PROBLEMA DEGLI IMMIGRATI E
INTEGRAZIONE E
TERRORISMO
E’ solo fantapolitica o pura demagogia far credere di poter fermare ,
attraverso il respingimento o il rimpatrio forzoso oppure attraverso le vie diplomatiche o
fantomatici inteventi dell’ O.N.U. , il drammatico fenomeno della continua
migrazione di migliaia e migliaia di
esseri umani, dai vari Paesi del Continente Africano e da quelli del Medio
Oriente, stravolti da confitti sanguinari inarrestabili e dove prevalgono
enormi interessi politici-economici speculativi da parte di potenze
internazionali , che certamente non sono interessate a ristabilirvi la pace ?
Per evitare che continuino
incontrollati gli imbarchi abusivi e si moltiplichino i tragici episodi di morti annegati nelle
acque dei nostri mari, è assolutamente
indispensabile che le forze navali di tutti i Paesi europei abbiano la
possibilità di effettuare assidui controlli
e quindi di pronto intervento
quanto più in prossimità di quelle coste da cui partono o potrebbero partire i barconi ;
Inoltre, è necessario che l’accoglienza nei confronti di tutti questi
poveri e disgraziati esseri umani sia curata , con intelligenza organizzativa e con senso umanitario non soltanto da parte di quel Paese che si trovi
nel frangente di riceverli ; cioè ,
attraverso un’organizzazione amministrativa che provveda ad ogni indispensabile
, basilare fabbisogno logistico ed alla identificazione e registrazione dei dati personali di tutti i
profughi ;
Ma è
indispensabile che tutti i Paesi
della Unione Europea si prendano carico con urgenza della gravità del
fenomeno migratorio, assumendo le dovute responsabilità politiche , economiche
e amministrative , attraverso provvedimenti operativi , interventi che
garantiscano misure di trasparenza ed equità
riguardo all’integrazione dei profughi nei diversi Paesi della stessa
Unione Europea;
Il decidere di non accogliere più migranti profughi , impedendo a loro fisicamente di
entrare nel territorio di questo
o di quel
Paese, e contestualmente non
riuscire a fermare
il processo migratorio
da quei territori dove
persistono gravi situazioni
di conflitti armati o di
fame , miseria , carestia ,
tale situazione determinerà inevitabilmente un
pericolosissimo aggravamento del
fenomeno stesso ; nel
senso che nessuno
potrà riuscire a
fermare gli inarrestabili
tentativi di fuga di migliaia e
migliaia di persone e che un prossimo
domani diverranno milioni
e ciò certamente
creerà condizioni di
contrasti sociali assai
gravi ed esplosivi , con
conseguenze negative a livello politico e
di rischio per
la stessa pace e stabilità democratica nell’ambito dei Paesi della Unione Europea.
Ogni ulteriore atteggiamento
“ attendista “ degli eventi
da parte di
quegli Organi politici
che , invece , hanno il
dovere di intervenire
tempestivamente e decisamente
sul gravissimo problema ,
va pubblicamente e
costantemente denunciato e
condannato da tutti quei
cittadini che si
sono resi perfettamente
consapevoli della pericolosità
del fenomeno , cercando di
far aprire gli
occhi e le
coscienze a quanti
politici e amministratori pubblici
che invece sottovalutano ,
colpevolmente , la situazione.
Ogni essere umano ,di qualsiasi razza
appartenga, è una preziosa risorsa per la vita sociale di una comunità ;
in ogni città o paese . piccolo o grande che sia , non mancano mai le necessità
di interventi di lavoro , di pulizia , di manutenzione , di
ristrutturazione e rifacimento per opere pubbliche o private
, strutturali e zonali , territoriali , nonché di servizi nel terziario.
Sarebbe sbagliato ed anche rischioso non tenere nel
giusto conto , riguardo al fenomeno della emigrazione e quindi integrazione , l’importanza
del mantenimento e del bisogno delle rispettive identità , degli usi , delle credenze
religiose , delle tradizioni sia delle
popolazioni immigrate ,sia di quelle ospitanti. Sarebbe errato pretendere , invece , l’abbandono degli stessi usi e costumi e tradizioni come condizione
per ottenere accoglimento da parte della
comunità ospitante . Così come sarebbe
ugualmente sbagliato e rischioso il voler realizzare una integrazione di queste
popolazioni senza pretendere da parte
delle stesse il rispetto degli usi e costumi vigenti nei luoghi in cui vengono
ospitati . L’integrazione è un fenomeno di
rapporti sociali, necessariamente graduale sotto l’aspetto dell’inserimento nel
contesto sociale e civile , ma che deve partire innanzi tutto dal rispetto e dalla
osservanza da parte di tutti delle leggi in vigore nel Paese ospitante , e che si
può ben realizzare solo attraverso un
graduale e progressivo adeguamento degli immigrati alla vita sociale , quella della
per loro nuova comunità , come anche
attraverso uno spirito di adattamento della presenza degli immigrati stessi
da parte dei cittadini residenti. Un processo e un fenomeno certamente non
facile da attuarsi , ma verso il quale è il tempo il fattore determinante.
Ragioniamo insieme , ……i terroristi islamici sono individui
votati alla morte . Essi compiono atti di estrema violenza ,
capaci di annientare con un sol gesto decine e decine di vite umane ;
immolando la propria vita in nome di Allah .
Essi sono pervasi di un fanatismo religioso , ma anche politico
e culturale ? Sicuramente sì , essi sono spinti da una “ fede
“ , che li rende , al contempo , eroi di un idealismo culturale e religioso
, ma anche strumenti di un potere politico.
Per la cultura occidentale essi altro non sono che criminali ;
tutto ciò che essi compiono fa parte del “crimine “ , perché atti
criminosi sono quelli che sono compiuti a partire dalla preparazione di
attentati , sino alla esecuzione degli stessi , provocando
morti e stragi di altri individui
. Ma vi è un aspetto di estrema importanza che deve
essere posto in evidenza , attraverso una domanda :
Tutti
questi atti violenti vengono commessi in una situazione di pace
oppure di guerra ?
Non si può nascondere che si tratta di una vera e propria guerra in atto ,
a livello globale , anche se diversa nelle modalità dalle guerre del passato.
Una guerra in cui non vi sono forze armate contrapposte , organizzate , pronte
a scontrarsi , ma due “mondi “ , due “civiltà “ due “
religioni” , che si differenziano , da una parte l’Occidente , dall’altra
l’Oriente ; popolazioni e paesi di milioni e milioni di persone , che si sono formate
nei secoli attraverso culture , esperienze , storie , religioni , usi e costumi
sociali che si rivelano radicalmente diversi , gli uni dagli altri
.
Con ciò si deve necessariamente affermare che sia incompatibile la
convivenza fra questi due
mondi ?
No , non è così . La convivenza potrebbe realizzarsi , ma soltanto a
condizione che ciascuno dei due mondi sia messo in condizione di poter
praticare in modo autonomo e senza interferenze disturbatrici le proprie
rispettive regole di vita sociale e religiosa. Esempi positivi ve ne sono
stati molti nel passato ..
Questo può benissimo accadere in periodi di convivenza pacifica e fra
persone che non estremizzino i rapporti sociali .Ma attualmente la realtà è ben diversa . In periodi come quelli
attuali , nei quali si stanno verificando in interi Paesi del Medio
Oriente e nel Continente Africano , conflitti armati , estremamente
cruenti e violenti , volti all’impossessamento di risorse petrolifere e
di gas , da parte di potenze rappresentate da Paesi sia occidentali sia
orientali e quindi , conflitti a livello globale , mondiale.
In sostanza , gli episodi bellici degli ultimi anni , dalla fine
della seconda guerra mondiale ad oggi , che hanno visto la caduta dei
regimi dittatoriali , in Iraq con Saddam Hussein , in Afganistan con Bin
Laden e in Libia con Gheddafi , sono stati provocati in tutti
questi casi da interventi di paesi occidentali , interessati al controllo
e allo sfruttamento delle locali risorse energetiche . Questi accadimenti
hanno risvegliato nelle rispettive popolazioni di origine musulmana
antiche e mai sopite ambizioni di potere e conseguentemente anche
accentuato contrasti tribali e religiosi , specialmente fra Sunniti e Sciiti ,
che si sono estesi enormemente interessando quasi tutte le aree dei
paesi medio-orientali e anche africani e il nascere di movimenti
insurrezionalisti islamici , sviluppatisi adesso , in un vero e effettivo
impero del “ Califfato “, estremamente rigido e cruento . Il progetto del
Califfato è di natura politico-militare ed è volto a stabilire il
predominio assoluto dell’Islam non solo sul mondo medio-orientale , ma anche
sul continente africano. Ciò si sta realizzando attraverso azioni cruente
, attentati , atti terroristici nei territori di Paesi europei ,
posti in essere da gruppi islamici estremisti , già da tempo
lì residenti , organizzati e diretti dal Califfato , finalizzati a
indurre i governi dei suddetti Paesi alla resa , ad abbandonare ogni intenzione
di intervenire nelle aree di loro interesse .
Man mano si sta assistendo ad un progressivo , inarrestabile processo
di destabilizzazione a livello globale , in cui sono messi in discussione
e da ridisegnare i vecchi confini territoriali , già determinati da
accordi internazionali nel dopo guerra , sia in Medio Oriente , sia in Africa ;
come anche le influenze e gli interessi dei Paesi ex
colonialisti .
In tale contesto di conflittualità generale , si rivela in
tutta la sua drammaticità e anche tragicità , il fenomeno delle
migrazioni di massa , di popolazioni intere , dalla Siria , da Iraq , da
Regioni dell’Africa , che vede milioni di persone costrette a
subire le sofferenze più atroci , la perdita di vite umane , di familiari ,
della casa e di tutti i beni , errando come disperati in territori stranieri e
ostili , appare scontato che le cosiddette “ diversità “ generino
sentimenti di odio , di desiderio di vendetta , di manifestazioni di violenza ,
anche estrema , sotto forma di atti terroristici , e che
questi atti siano perpetrati proprio da chi per
anni è vissuto pacificamente in un Paese che lo ha ospitato ,
ma che è coinvolto attivamente nel contesto dei conflitti armati.
Per
questi motivi , ogni azione violenta , gli atti terroristici , ed anche
interventi di guerra vanno tutti e da tutti decisamente
condannati . Vanno perseguiti e condannati duramente tutti coloro che commettono
crimini atroci , attentati , omicidi di persone innocenti ; come è
giusto e doveroso difendere adeguatamente la vita e la sicurezza
delle persone , dei cittadini di un Paese , che si trovi in pericolo da
attacchi , aggressioni provenienti sia dall’interno che dall’esterno.
Per
evitare che episodi tragici come quelli sino ad ora accaduti
, possano degenerare in tragedie umane di proporzioni ancora peggiori , è
giusto e doveroso non smettere mai di invocare la pace ; è doveroso , oltre che
un diritto ,da parte di ciascuno di noi , impegnarsi nella vita di tutti
i giorni affinchè prevalgano nella nostra comunità i
valori umani , di solidarietà , di pacifica convivenza civile , di
onestà , e fare in modo che tali valori non siano sopraffatti , soffocati
, ma anzi che essi risultino vittoriosi nella
lotta contro gli interessi di potere e di arricchimento
perseguiti da coloro che gestiscono le leve di comando.
I tre cardini sui quali si impernia lo sviluppo di una società umana
, sono costituiti dal “ Pensiero “ dalla
“ Economia
“ e dalla “ Religione
“ .
Il Pensiero, inteso come sviluppo delle idee filosofiche e delle ideologie
politiche e sociali ; la Economia , intesta come sviluppo
dei rapporti sia commerciali , sia monetari fra le parti sociali ; la Religione , intesa come
sviluppo del concetto della Divinità e dei principi morali e spirituali.
Il fenomeno della “ Globalizzazione “ , inteso come evento
tipicamente moderno ed attuale , viene ad interessare contestualmente
tutti e tre i fattori . Nei casi in cui la
globalizzazione si manifesta con le trasmigrazioni di intere
popolazioni da un continente all’altro , da un Paese all’altro , per motivi e
necessità contingenti alla sicurezza sociale e alla sopravvivenza ,
queste determinano inevitabilmente il confronto diretto di ideologie
diverse , di modi diversi di vivere usi e costumi e tradizioni e generano
il grave problema delle possibili “ integrazioni “. Un problema che si
appalesa complesso , inevitabilmente difficile e effettivamente
irrealizzabile in modo completo , per le differenti caratteristiche
etniche e modalità di convivenza sociale , fra la comunità residente e quella
ospitata, e differenze che si radicalizzano attraverso la creazione
di aree abitative e residenziali fisicamente separate fra le
comunità medesime .
Purtuttavia , vi sono anche molti casi di integrazione
vera e propria , che si verificano nel tempo , da singoli individui
, da una generazione all’altra , specie in certi ambiti sociali , come nel
mondo del lavoro e professionale oppure nella politica , nelle
istituzioni .
La globalizzazione
economica è un fenomeno determinato dalle leggi del mercato , che
interessano sia gli scambi di beni e servizi , sia i rapporti finanziari
regolati dalle norme fiscali e monetarie. La abolizione dei dazi ha
determinato il libero scambio delle merci e la unificazione
monetaria , consentendo condizioni di stabilizzazione e
difesa della moneta , la massima facilitazione dei rapporti
finanziari e quindi migliori condizioni di competitività fra imprese
commerciali e industriali e conseguentemente più occasioni di
effettivo sviluppo economico e sociale dei paesi interessati .
Vi è però da evidenziare che la suddetta globalizzazione economica
può realmente determinarsi come fenomeno positivo e costruttivo
soltanto se nell’ambito dei Paesi interessati siano vigenti anche norme
precise e comuni in ordine alle regole fiscali , ai trasferimenti di capitali ,
ai controlli sulle gestioni del denaro da parte degli istituti bancari
e sui rapporti societari . In caso diverso e negativo , la sola
globalizzazione monetaria , senza quella riguardante le norme
fiscali , viene ad essere causa di situazioni economiche più
difficoltose fra un Paese e l’altro e quindi causa di gravi
disuguaglianze fra ceti sociali e sofferenze delle classi meno abbienti.
Riguardo alla Religione , sarebbe un assurdo
parlare di facile o facilmente possibile “
globalizzazione” fra comunità diverse . Infatti , questo è un
fattore sociale estremamente delicato e complesso ; differente e
radicato in ogni particolare comunità e motivo per cui
ogni appartenenza religiosa viene a costituire fra comunità diverse
l’elemento
divisorio per eccellenza , e giammai un fattore globalizzante.
Semmai , può sussistere una convivenza civile fra comunità diverse
soltanto
nel pieno ed assoluto rispetto delle rispettive attività di culto e
manifestazioni religiose , atteso che queste stesse non
violino le leggi statuali e di ordine pubblico vigenti nel
Paese.
Diventa sempre più allarmante e pericoloso il fenomeno del terrorismo .
Esso viene attuato con sempre maggiore frequenza e drammaticità nei Paesi
dell’Occidente europeo e Americano ,attraverso attentati
eseguiti con metodi sempre più difficili da prevenire , in quanto
posti in essere da singoli individui , adepti dell’estremismo islamico, utilizzando
la sorpresa, anche con strumenti e mezzi di uso comune ,
ma che diventano letali a causa della violenza esercitata , su
persone che si trovano in condizioni di non potersi difendere.
Nei Paesi Europei e Occidentali la propaganda estremista
islamica ( internet e carceri ) , utilizza due canali distinti ; da un lato
quello della rivendicazione del dominio poltico e reale assoluto del mondo
islamico sui territori medio orientali e su quelli africani già occupati
da popolazioni musulmane , ma che e purtroppo sono divenuti teatri
di guerra per gli interventi armati di Paesi Occidentali e per i
conflitti armati fra le fazioni Sciite e sunnite del mondo islamico ; dall’altro
lato quello della pretesa supremazia su qualsiasi altra religione , della
fede religiosa musulmana e maomettana , quindi della “ Sharia “ (
sciaria ) come unica e autentica legge applicabile alla vita
sociale umana , prescritta dalla legge del Corano.
In
tale quadro , il futuro non potrà che riservare eventi drammatici e tragici di
portata sempre maggiore , per tutte le popolazioni del mondo , a
meno che nel contesto mondiale , politico e istituzionale ( ONU e Potenze
mondiali occidentali e orientali ) , non verrà finalmente deciso di
interrompere ogni intervento militare sui territori dove sono in atto teatri di
guerra , e ristabilire possibili condizioni di pace e per un ritorno ad una
normale vita sociale delle popolazioni originarie , lasciando a loro stesse
le autodeterminazioni da prendere in campo politico e
sociale.
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