LA
QUESTIONE DEL COMUNE
DI ROMA
22 giugno 2016 Insediamento del Sindaco Virginia Raggi
( Movimento 5 Stelle ) al Comune di Roma .
7 luglio 2016 Prima assemblea del Consiglio al Comune di
Roma , con nominati Assessori
. Questa la lista: vicesindaco Daniele Frongia che sarà anche
assessore alla Qualità della vita, all’accessibilità, allo sport e alle
politiche giovanili; Marcello Minenna,
assessore al Bilancio, risorse economiche e patrimonio e titolare
dell’assessorato di scopo per la Riorganizzazione delle partecipate; Paola Muraro, assessore alla
sostenibilità ambientale; Linda Meleo,
assessore alla Città in Movimento; Laura Baldassarre,
assessore ai Diritti alla persona, alla scuola e alle comunità solidali; Adriano Meloni, assessore allo
Sviluppo economico, al turismo e al lavoro; Paolo
Berdini, assessore all’Urbanistica e alle infrastrutture; Luca Bergamo, assessore alla
Crescita culturale; Flavia Marzano,
assessore alla Roma semplice
A tutto il 6 settembre 2016 , sono
trascorsi appena due mesi e 14
giorni dall’insediamento del
Sindaco Virginia Raggi e già si parla di
fallimento politico del Sindaco e del suo Movimento 5 Stelle . Tutti , come pirati
all’arrembaggio , si scagliano contro di lei , contro la sua Giunta . Si parla di montagne di bugie ( vds, il
Presidente del Consiglio Matteo Renzi ) , di gravissime omissioni da parte del
sindaco e componenti della giunta, , di
indagine giudiziaria aperta nei confronti dell’assessore Muraro ,ma non
comunicata in Consiglio. . Nella sostanza , ancora e al momento non è
stato formalizzato alcun “avviso di garanzia “ da parte della Magistratura e
già tutti i partiti , di sinistra , destra , centro , e tutti i giornali evidenziano il fallimento della nuova Sindaca
e della sua Amministrazione , denunciano la incapacità a governare da parte di
Virginia Raggi , il suo comportamento ufficiale , pubblico , reticente , in chiara difformità rispetto alla ventilata
onestà e trasparenza , vantata dalla stessa e dal Movimento 5 Stelle.
I precedenti quattro
sindaci di Roma e due Commissari straordinari sono
stati :
Francesco Rutelli ( Verdi e poi Democratici ) dal 5 dicembre 1993 all’ 8 gennaio 2001 ( sette anni e due mesi
circa )
Enzo Mosino ( Commissario straordinario ) dal 9 gennaio
2001 al 27 maggio 2001 ( cinque mesi
circa )
Walter Veltroni ( Democratici di sinistra e poi Partito
Democratico ) dal 28 maggio 2001 al 13
febbraio 2008 ( sei anni e otto mesi
circa )
Mario Morcone (
Commissario straordinario ) dal 14 febbraio 2008 al 28 aprile 2008 ( due mesi e mezzo circa )
Gianni Alemanno (
Polo della Libertà ) dal 29 aprile 2008
all’ 11 giugno 2013 ( cinque anni e due mesi circa )
Ignazio Marino (
Partito Democratico ) dal 12 giugno 2013 al 31 ottobre 2015 ( due anni e quattro mesi
circa )
Francesco Paolo Tronca ( Commissario straordinario ) dal 1 novembre 2015 al 22 giugno 2016 ( otto mesi circa )
Dopo gli incresciosi e delittuosi fatti di “
mafia-capitale “ , nei quali sono state coinvolte le amministrazioni precedenti
, principalmente quella del Sindaco Alemanno
e poi quella di Marino , il Sindaco Virginia
Raggi , al suo insediamento ha rilevato una situazione economica e finanziaria gravissima
. Il debito pregresso del Comune di Roma, quello che dal 2008 è sotto il
controllo della Gestione commissariale, è arrivato a quota di quasi 13 miliardi : 3,2 di natura
non finanziaria (come debiti commerciali per ritardati pagamenti) e 8,8 di
natura finanziaria (come mutui). A fare il punto, nella sua audizione nella
commissione Bilancio della Camera è stata Silvia Scozzese, che da settembre
2015 è il commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di
rientro del debito pregresso del Campidoglio.
Questa , qui di seguito , la situazione pregressa del Comune
di Roma :
Nonostante tutti i controlli, negli anni sono emersi nuovi debiti fuori
bilancio, crediti non esigiti: la vera dimensione totale forse non è ancora
conosciuta. Rutelli ha prodotto un aumento di debiti giornaliero di 892.937 euro, Veltroni di
416.476 euro, Alemanno e di 450.160 euro, Ignazio Marino è l’unico con il segno
meno, avendo diminuito il debito ogni giorno di 13mila euro.Rutelli. Secondo il bilancio del Comune, a fine 2000 i debiti finanziari erano 5,93 miliardi di euro. All’arrivo di Rutelli, secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore (sul sito non si trova il bilancio prima del 1997), il Comune aveva circa 3,6 miliardi di debiti finanziari: quindi sotto Rutelli il debito è aumentato di circa 2,31 miliardi […]
Veltroni lascia il Comune con debiti finanziari, secondo il bilancio a fine 2007, per 6,95 miliardi, cioè un miliardo e 21 milioni in più rispetto all’addio di Rutelli […]
Alemanno accusa Veltroni di aver «occultato» alcuni dati di bilancio, sostiene che ha nascosto un debito «contrattualizzato» per 1,277 miliardi (si tratta di linee di credito non ancora “tirate” per cantieri aperti) e che, se si considera quanto «programmato», il debito schizzerebbe di ulteriori 1,54 miliardi. Accuse rigettate da Veltroni, che chiama in causa per la crisi di liquidità l’ex governatore del Lazio (di destra) Francesco Storace. A causa del buco nella sanità la Regione non ha versato a Roma contributi per un miliardo.
Alemanno evita il dissesto del Comune, che porterebbe al commissariamento, grazie a un accordo con Berlusconi e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Con un decreto legge viene costituito il commissario per il «debito pregresso» che si prende in carico tutto il debito fino al 28 aprile 2008, cioè fino all’elezione di Alemanno. Si crea la bad company dei debiti di Roma, il sindaco di destra parte leggero. Nel bilancio a fine 2008 apparirà che il debito finanziario del Comune è ridotto a soli 1.028 milioni.
E nel 2010 Alemanno può scaricare ulteriori 644,2 milioni di debiti nella gestione commissariale. Per due anni Alemanno è anche commissario del debito del Comune, può quindi decidere consultando solo se stesso, fatta salva la verifica con Tremonti, quanto debito è «pregresso» e va scaricato nella bad company.
È qui che la partita si fa meno trasparente. Solo a metà del 2013 arriva la prima relazione al Parlamento del nuovo commissario al debito, Varazzani. Secondo i dati di Varazzani, il debito di Roma Capitale trasferito al commissario e «accertato» alla data del 26 luglio 2010 ammonta a 8,64 miliardi di debiti non finanziari, più 7,12 miliardi di debiti finanziari. Cifre molto più alte di quelle che apparivano dai bilanci ufficiali fino al 2007. ( note di Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore).
Adesso , sono tutti pronti , come tanti licaoni , ad azzannare
la preda , appena ferita . Tutti pronti a tuffarsi nel groviglio economico-finanziario
dell’amministrazione capitolina , che ,
come già detto , in atto registra un dissesto di bilancio di circa 13 miliardi , per riappropriarsi del potere , per poter riprendere a intrecciare e
combinare affari e scambi di favori , affossando sempre di più la situazione
economica , già assai critica , del Comune e mandando al completo sbaraglio i
servizi pubblici per la cittadinanza e
offendendo , una volta ancora e
di fronte al mondo intero , la dignità e la storia di Roma.
MENTRE LA POLITICA
SFRUTTA , I
CITTADINI SOFFRONO .
IL FANGO
Chiunque
abbia avuto l’incarico e la responsabilità di
ripulire un appartamento nel quale il fango ha invaso tutte le stanze e che si
è stratificato sul pavimento , naturalmente
ha bisogno di assumere il personale ausiliario più adatto allo scopo ; egli ,
per primo , deve entrare nell’appartamento per rilevare la realtà della grave situazione
e di conseguenza illustrare a chi dovrà
essere di aiuto le condizioni in cui l’appartamento stesso viene a trovarsi.
Orbene , le persone competenti , soprattutto oneste e integre, che potrebbero dichiararsi disposte a farlo ,
sanno perfettamente che possono correre
il rischio , nonostante tutte le precauzioni del caso , di infangarsi , loro malgrado
e se esse rifiutano l’offerta è perché ritengono di avere buoni motivi
personali o familiari o
professionali , che suggeriscono di non assumersi il peso di tali
responsabilità , soprattutto per il fatto che in quell’ambiente da
ripulire vi è gente , già stabilizzata all’interno
, ma anche influente dall’esterno , che in quel fango e di quel fango vuole e
pretende di continuare a viverci .
Orbene
, sono proprio di questa natura le difficoltà
che sta incontrando a tuitt’oggi e incontrerà in futuro la sindaca
Virginia Raggi al Comune di Roma . Per questa ragione , le è e le sarà necessario avere molto coraggio e
perseveranza , ma soprattutto avere il
supporto e il sostegno aperto e manifesto dell’opinione pubblica , dei
cittadini onesti , altrimenti lei sarà
costretta a rinunciarvi , con le conseguenze che si possono immaginare per Roma
e per la sua cittadinanza.
A proposito dei rapporti fra Sindaco
e Movimento 5 Stelle
La
dialettica e il confronto delle opinioni
sono i pilastri fondamentali per un organismo politico democratico e a maggior ragione riguardo ad un Movimento
di base popolare quale è il Movimento 5 Stelle. Ciononostante , ogni necessaria
decisione finale su questioni emergenti deve provenire da un'unica fonte
autorevole e legittimata , vuoi che sia a livello individuale , se il
rappresentante e referente è una singola
persona , oppure di un gruppo ristretto
di persone , deputate a rappresentare il centro decisionale del Movimento
stesso ; persone che nel numero costituiscano però una maggioranza qualificata
nell'approvazione della decisione stessa e che sarà inevitabilmente valida per
tutto il Movimento.
Pertanto ,
ogni diversità di opinioni e di idee , dovrà necessariamente essere
risolta preventivamente al momento decisionale e non dovrà essere più oggetto di nessun altro confronto o
discussione , altrimenti sarà l'intera struttura del Movimento a presentare incrinature e
contraddizioni , che possono finire con il minare pericolosamente le basi e la
credibilità del Movimento stesso.
Un sindaco
di un Comune , eletto con i voti del Mov. 5 Stelle , ha il dovere etico-morale , in linea di principio , di tenere una condotta
politica che sia non contrastante con i principi ideali e fondamentali del
Movimento stesso , ma pur sempre ha il diritto-dovere di condurre una gestione
politico-amministrativa sostanzialmente in piena autonomia e in conformità alle
esigenze particolari che vengono richieste dalla comunità del Comune di cui è primo
cittadino e in tal senso il Movimento non può non rispettarlo e deve
evitare di interferire per condizionarlo
nella sua attività politica e
amministrativa.
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