giovedì 8 settembre 2016

LA QUESTIONE DEL COMUNE DI ROMA



  LA  QUESTIONE  DEL  COMUNE  DI  ROMA

22 giugno 2016  Insediamento del Sindaco Virginia Raggi (  Movimento 5 Stelle )  al Comune di Roma .
7 luglio 2016   Prima assemblea del Consiglio al Comune di Roma , con nominati Assessori
. Questa la lista: vicesindaco Daniele Frongia che sarà anche assessore alla Qualità della vita, all’accessibilità, allo sport e alle politiche giovanili; Marcello Minenna, assessore al Bilancio, risorse economiche e patrimonio e titolare dell’assessorato di scopo per la Riorganizzazione delle partecipate; Paola Muraro, assessore alla sostenibilità ambientale; Linda Meleo, assessore alla Città in Movimento; Laura Baldassarre, assessore ai Diritti alla persona, alla scuola e alle comunità solidali; Adriano Meloni, assessore allo Sviluppo economico, al turismo e al lavoro; Paolo Berdini, assessore all’Urbanistica e alle infrastrutture; Luca Bergamo, assessore alla Crescita culturale; Flavia Marzano, assessore alla Roma semplice
A tutto il 6 settembre 2016 , sono trascorsi  appena due mesi e 14 giorni  dall’insediamento del Sindaco Virginia Raggi  e già si parla di fallimento  politico del Sindaco  e del suo Movimento 5 Stelle . Tutti , come pirati all’arrembaggio , si scagliano contro di lei , contro la sua Giunta .  Si parla di montagne di bugie ( vds, il Presidente del Consiglio Matteo Renzi ) , di gravissime omissioni da parte del sindaco e componenti della giunta,  , di indagine giudiziaria aperta nei confronti dell’assessore Muraro ,ma non comunicata in Consiglio.  .  Nella sostanza , ancora e al momento  non  è stato formalizzato alcun “avviso di garanzia “ da parte della Magistratura e già tutti i partiti , di sinistra , destra , centro , e tutti i giornali  evidenziano il fallimento della nuova Sindaca e della sua Amministrazione , denunciano la incapacità a governare da parte di Virginia Raggi , il suo comportamento ufficiale , pubblico , reticente ,  in chiara difformità rispetto alla ventilata onestà e trasparenza , vantata dalla stessa e dal Movimento 5 Stelle.
I  precedenti   quattro sindaci di Roma e   due Commissari straordinari  sono  stati :
Francesco Rutelli ( Verdi e poi Democratici ) dal  5 dicembre 1993  all’ 8 gennaio 2001 ( sette anni e due mesi circa )
Enzo  Mosino  ( Commissario straordinario ) dal 9 gennaio 2001  al 27 maggio 2001 ( cinque mesi circa )
Walter Veltroni ( Democratici di sinistra e poi Partito Democratico )  dal  28 maggio 2001  al  13 febbraio 2008  ( sei anni e otto mesi circa )
Mario  Morcone ( Commissario straordinario )  dal  14 febbraio 2008  al 28 aprile 2008 (  due mesi e mezzo circa )
Gianni Alemanno  ( Polo della Libertà ) dal 29 aprile 2008  all’ 11 giugno 2013   (  cinque anni e due mesi circa )
Ignazio Marino  ( Partito Democratico )  dal  12 giugno 2013  al 31 ottobre 2015 ( due anni e quattro mesi circa )
Francesco Paolo Tronca ( Commissario straordinario )  dal 1 novembre 2015  al 22 giugno 2016  ( otto mesi circa )

Dopo gli incresciosi  e delittuosi  fatti di “ mafia-capitale “ , nei quali sono state coinvolte le amministrazioni precedenti , principalmente quella del Sindaco Alemanno  e poi quella  di Marino , il  Sindaco Virginia Raggi , al suo insediamento ha rilevato una situazione economica e finanziaria gravissima . Il debito pregresso del Comune di Roma, quello che dal 2008 è sotto il controllo della Gestione commissariale, è arrivato a quota  di quasi 13 miliardi : 3,2 di natura non finanziaria (come debiti commerciali per ritardati pagamenti) e 8,8 di natura finanziaria (come mutui). A fare il punto, nella sua audizione nella commissione Bilancio della Camera è stata Silvia Scozzese, che da settembre 2015 è il commissario straordinario del Governo per la gestione del piano di rientro del debito pregresso del Campidoglio.
Questa , qui di seguito , la situazione pregressa del Comune di Roma :
Nonostante tutti i controlli, negli anni sono emersi nuovi debiti fuori bilancio, crediti non esigiti: la vera dimensione totale forse non è ancora conosciuta. Rutelli ha prodotto un aumento di debiti  giornaliero di 892.937 euro, Veltroni di 416.476 euro, Alemanno e di 450.160 euro, Ignazio Marino è l’unico con il segno meno, avendo diminuito il debito ogni giorno di 13mila euro.
Rutelli. Secondo il bilancio del Comune, a fine 2000 i debiti finanziari erano 5,93 miliardi di euro. All’arrivo di Rutelli, secondo quanto ricostruito dal Sole 24 Ore (sul sito non si trova il bilancio prima del 1997), il Comune aveva circa 3,6 miliardi di debiti finanziari: quindi sotto Rutelli il debito è aumentato di circa 2,31 miliardi […]
Veltroni lascia il Comune con debiti finanziari, secondo il bilancio a fine 2007, per 6,95 miliardi, cioè un miliardo e 21 milioni in più rispetto all’addio di Rutelli […]
Alemanno accusa Veltroni di aver «occultato» alcuni dati di bilancio, sostiene che ha nascosto un debito «contrattualizzato» per 1,277 miliardi (si tratta di linee di credito non ancora “tirate” per cantieri aperti) e che, se si considera quanto «programmato», il debito schizzerebbe di ulteriori 1,54 miliardi. Accuse rigettate da Veltroni, che chiama in causa per la crisi di liquidità l’ex governatore del Lazio (di destra) Francesco Storace. A causa del buco nella sanità la Regione non ha versato a Roma contributi per un miliardo.
Alemanno evita il dissesto del Comune, che porterebbe al commissariamento, grazie a un accordo con Berlusconi e il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. Con un decreto legge viene costituito il commissario per il «debito pregresso» che si prende in carico tutto il debito fino al 28 aprile 2008, cioè fino all’elezione di Alemanno. Si crea la bad company dei debiti di Roma, il sindaco di destra parte leggero. Nel bilancio a fine 2008 apparirà che il debito finanziario del Comune è ridotto a soli 1.028 milioni.
E nel 2010 Alemanno può scaricare ulteriori 644,2 milioni di debiti nella gestione commissariale. Per due anni Alemanno è anche commissario del debito del Comune, può quindi decidere consultando solo se stesso, fatta salva la verifica con Tremonti, quanto debito è «pregresso» e va scaricato nella bad company.
È qui che la partita si fa meno trasparente. Solo a metà del 2013 arriva la prima relazione al Parlamento del nuovo commissario al debito, Varazzani. Secondo i dati di Varazzani, il debito di Roma Capitale trasferito al commissario e «accertato» alla data del 26 luglio 2010 ammonta a 8,64 miliardi di debiti non finanziari, più 7,12 miliardi di debiti finanziari. Cifre molto più alte di quelle che apparivano dai bilanci ufficiali fino al 2007. ( note di Gianni Dragoni, Il Sole 24 Ore).
 Adesso , sono tutti pronti , come tanti licaoni ,  ad azzannare  la preda , appena ferita . Tutti pronti a tuffarsi nel groviglio economico-finanziario dell’amministrazione  capitolina , che , come già detto , in atto registra un dissesto di bilancio di circa 13  miliardi , per riappropriarsi del potere  , per poter riprendere a intrecciare e combinare affari e scambi di favori , affossando sempre di più la situazione economica , già assai critica , del Comune e mandando al completo sbaraglio i servizi pubblici per la cittadinanza e  offendendo , una volta ancora  e di fronte al mondo intero , la dignità e la storia di Roma.
MENTRE  LA  POLITICA  SFRUTTA  ,  I  CITTADINI  SOFFRONO .



                    IL  FANGO 
Chiunque  abbia  avuto l’incarico e la responsabilità di ripulire un appartamento nel quale il fango ha invaso tutte le stanze e che si è stratificato sul pavimento ,  naturalmente ha bisogno di assumere il personale ausiliario più adatto allo scopo ; egli , per primo , deve entrare nell’appartamento per rilevare la realtà della grave situazione e di conseguenza  illustrare a chi dovrà essere di aiuto le condizioni in cui l’appartamento stesso viene a trovarsi.
 Orbene , le persone  competenti , soprattutto oneste e integre,  che potrebbero dichiararsi disposte a farlo , sanno perfettamente  che possono correre il rischio , nonostante tutte le precauzioni del caso , di infangarsi , loro malgrado e  se esse  rifiutano l’offerta  è perché ritengono di avere  buoni motivi  personali  o familiari o professionali , che suggeriscono di non assumersi il peso di tali responsabilità , soprattutto per il fatto che in quell’ambiente da ripulire  vi è gente , già stabilizzata all’interno , ma anche influente dall’esterno , che in quel fango e di quel fango vuole e pretende di continuare a viverci .
Orbene , sono proprio di questa natura le difficoltà  che sta incontrando a  tuitt’oggi  e incontrerà in futuro la sindaca Virginia  Raggi  al Comune di Roma . Per questa ragione , le  è e le sarà necessario avere molto coraggio e perseveranza , ma soprattutto avere  il supporto e il sostegno aperto e manifesto dell’opinione pubblica , dei cittadini onesti , altrimenti  lei sarà costretta a rinunciarvi , con le conseguenze che si possono immaginare per Roma e per la sua  cittadinanza.



 A proposito dei rapporti fra  Sindaco  e Movimento 5 Stelle

La dialettica e il confronto delle opinioni  sono i pilastri fondamentali per un organismo politico democratico  e a maggior ragione riguardo ad un Movimento di base popolare quale è il Movimento 5 Stelle. Ciononostante , ogni necessaria decisione finale su questioni emergenti deve provenire da un'unica fonte autorevole e legittimata , vuoi che sia a livello individuale , se il rappresentante e referente  è una singola persona ,  oppure di un gruppo ristretto di persone , deputate a rappresentare il centro decisionale del Movimento stesso ; persone che nel numero costituiscano però una maggioranza qualificata nell'approvazione della decisione stessa e che sarà inevitabilmente valida per tutto il Movimento. 
Pertanto , ogni diversità di opinioni e di idee , dovrà necessariamente essere risolta  preventivamente  al momento decisionale  e non dovrà essere  più oggetto di nessun altro confronto o discussione , altrimenti  sarà  l'intera struttura  del Movimento a presentare incrinature e contraddizioni , che possono finire con il minare pericolosamente le basi e la credibilità  del Movimento stesso.
Un sindaco di un Comune , eletto con i voti del Mov. 5 Stelle ,  ha il dovere etico-morale ,  in linea di principio , di  tenere  una condotta  politica che sia non contrastante con i principi ideali e fondamentali del Movimento stesso , ma pur sempre ha il diritto-dovere di condurre una gestione politico-amministrativa sostanzialmente in piena autonomia e in conformità alle esigenze particolari che vengono richieste dalla comunità del Comune di cui è primo cittadino  e in tal senso il  Movimento non può non rispettarlo  e deve  evitare di interferire per condizionarlo  nella sua attività  politica e amministrativa.

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