IL
TERRORISMO E IL
PETROLIO
Nella
malaugurata ipotesi che le Nazioni Europee e
America , da una parte , e
Russia , dall’altra , non
si determineranno a
raggiungere fra loro
un effettivo , urgente e definitivo
accordo , strategico politico ed
economico in merito
al controllo delle
risorse energetiche ( gas e petrolio )
nei giacimenti del Medio-Oriente ,
e conseguentemente , tramite comuni
ed univoci interventi , a
porre fine allo
scontro fra le fazioni in conflitto ( sunniti
contro sciiti , Siria , ribelli
contro Assad , Isis , Iran , Turchia
contro Curdi , etc.. ) e
perseguiranno pervicacemente obiettivi di parte in
quei Paesi sui
quali insistono i
loro rispettivi interessi , le loro influenze e
protezioni , allora è
facile temere che ,
prima o poi , si
verificheranno progressivi peggioramenti
della situazione , con successivi
e sempre più gravi e diffusi episodi e
attentati terroristici e con un
allargamento dei conflitti
a livello internazionale , sino
a far esplodere
una vera e
propria “ terza guerra mondiale “
, con milioni e
milioni di morti
ammazzati .
Gli eventi bellici sono da condannare in assoluto , ma
sarebbe un errore gravissimo sottovalutare il terrorismo , mettendolo
in rapporto ai danni di morte e distruzione che hanno causato le guerre
del passato e che può cagionare attualmente una guerra . E' vero che vi sono
stati e vi sono tuttora migliaia e centinaia di migliaia di morti a causa di
bombardamenti aereo-navali o terrestri , con interventi massicci di truppe e
aerei e mezzi corazzati , ma è altrettanto vero e grave non considerare
attentamente che può essere sufficiente l'intervento di un solo individuo o di
un gruppo ristretto di individui , a provocare eventi disastrosi e stragi ,
utilizzando individui invasati da fanatismo religioso e strumenti e mezzi di
elevata tecnologia e potenza e anche biologici letali , anche di dimensioni
ridotte e quindi facilmente occultabili . Oltretutto , ogni atto terroristico
comporta costi economici relativamente ridotti e pertanto assai remunerativi per
chi li organizza ( Isis e Califfato ) e li fa eseguire , tenuto conto non solo
dell'effetto fisico del numero di morti ammazzati , ma soprattutto di quello
psicologico di provocare terrore nelle persone e insicurezza nella loro vita
quotidiana , sino a sconvolgerne attività sociali ed abitudini , sino a
determinare nelle persone
e all’interno delle
comunità rischiosi cambiamenti di
natura politica e ideologica .
TUTTI COLPEVOLI ?
#tutticolpevoli
Stralci
da un’intervista (
L’Espresso del 29 giugno 2015 )
di Luca
Steinmann a Franco Cardini:
Parla lo storico, grande esperto di Islam e Medio
Oriente. Le stragi islamiste sono figlie del tentativo di strumentalizzare gli
jihadisti. E anche l'Occidente e i suoi alleati hanno gravi responsabilità :
Sia i governi europei che quello
americano hanno delle responsabilità non solo recenti, ma che iniziano nel
periodo post-coloniale del Medio Oriente.
L’errore è stato nel voler
fare delle vecchie colonie dei nuovi protettorati economico-finanziari.
Fino ai nostri giorni le forze occidentali hanno trattato
strumentalmente il mondo islamico, facendo i propri interessi.
Gli Stati Uniti, per esempio, favorirono lo stabilirsi degli
jihadisti provenienti dallo Yemen e dall’Arabia Saudita in Afghanistan durante
la guerra contro l’Unione sovietica, per trasformarla in una guerra santa
anti-russa. Essa fu vinta, ma gli jihadisti rimasero e formarono il movimento
dei talebani che fino a metà degli anni Novanta fu appoggiato da Washington.
Poi i talebani si svincolarono avvicinandosi alla Cina, cosa che ha portato all’11
settembre e a tutte le conseguenze che oggi abbiamo sotto gli occhi.
In molti pensano che l’unico nemico del Califfato sia
l’Occidente. Ciò è errato e i fatti di questi giorni lo mostrano chiaramente.
La maggior parte delle vittime sono infatti di religione musulmana.
. Gli attentati in Kuwait e Somalia mostrano una forte lotta
che è in corso tra sciiti e sunniti, oltre che tra jihadisti e moderati .
C’è in atto una guerra civile all’interno del mondo islamico
che spinge migliaia di persone in bocca ai fondamentalisti, molti dei quali
offrono un programma sociale ed economico fondato sul prestito senza interessi
delle banche islamiche che attrae tantissimi giovani.
Saddam e Gheddafi erano dittatori sanguinari, ma
mettevano in prima istanza l’appartenenza nazionale e non la religione e
mantenevano uno stato sociale fatto di scuole, università, assistenza e
comunicazione che strappava i giovani dall’estremismo ed erano per questo un
argine contro il Califfo.
. Oggi Assad, che è l’unico ancora in vita, è inviso
dall’Occidente perché amico dell’Iran e nemico della Turchia che è membro della
Nato.
E’ qui il grande problema: paesi come Turchia e Arabia
Saudita sono alleati dell’Occidente che però combattono Assad e di conseguenza
favoriscono l’Is.
Esistono delle complicità finanziarie e economiche tra il Califfato e alcuni stati alleati dell’Occidente, tra cui Turchia, Arabia Saudita e Qatar.
Esistono delle complicità finanziarie e economiche tra il Califfato e alcuni stati alleati dell’Occidente, tra cui Turchia, Arabia Saudita e Qatar.
Quello che l’Is sta facendo al livello geografico è di
ridisegnare il territorio di Iraq e Siria a favore dei paesi citati e a
discapito di Assad.
Nel Medio Oriente , il Califfo sta incontrando difficoltà grazie alle
resistenze di Assad e dei curdi, ma sta ottenendo grandi consensi in Africa,
dove gli stati sociali sono meno sviluppati se non inesistenti, come in Somalia
.
La guerra si vince con l’intelligence e non con i
bombardamenti a tappeto. E’ una guerra prima di tutto ideologica da vincere con
il soft power e non con le dimostrazioni di forza. Chiudere 80 moschee in
Tunisia, come è avvenuto, fa il gioco del Califfo, al quale si regalano
simpatie. Fare lo stesso in Italia, come ha suggerito una certa stampa di
destra, vorrebbe dire aumentare il rischio. Il Califfo sta alzando il tiro
perché vuole che i governi occidentali rispondano con misure dure e indiscriminate
come queste che gli porteranno consensi. Più la tensione si alza, più porterà
avanti politiche di crudeltà per indurre a reazioni sbagliate.
Dicono bene Obama e Papa Francesco quando invitano al
dialogo con l’Islam moderato.
Non dobbiamo dimenticare che le cellule jihadiste in Europa
ce le abbiamo già.
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