IL TEMPO
NOI E IL
TEMPO
Curare il proprio corpo è fondamentale per poter stare
bene , ma è molto meglio se
contestualmente curiamo la nostra mente , educando la nostra mente ad avere
diversi e più equilibrati rapporti con il “tempo”.
Uno dei
problemi che la nostra mente deve affrontare quotidianamente è “ l’inseguimento del tempo “ . Il fattore
tempo è divenuto progressivamente negli
anni una presenza fastidiosa, quasi ostile, un avversario spietato che ci
costringe a correre sempre più veloci, per non rimanergli troppo indietro e
pertanto a dover registrare che esso ( il tempo ) riesce sistematicamente a precederci sugli obiettivi
che vogliamo raggiungere , creando in noi stessi ripetute sensazioni spiacevoli
di sconfitta , di non essere stati capaci di arrivare nei “ tempi giusti “ ad
un certo traguardo ed essere in condizioni di poter successivamente raggiungere l’obiettivo
seguente .
Quindi , condizioni
di stress , in una lotta continua nel tentativo di compiere atti , impegni , ritenuti
, ma non necessariamente , importanti , a
volte troppo numerosi, verso i quali non intendiamo oppure riteniamo di non
poter o dover rinunciare. Dobbiamo
correre , correre , con affanno , portando
sulle spalle un carico di ansie sempre maggiore, che affollano la nostra mente e
ci fanno star male.
Un malessere
che inevitabilmente si manifesta non solo a livello mentale e psichico-emotivo
, ma anche attraverso i nostri organi corporali , influenzandone le funzioni ,
con disturbi nervosi , anche fisiologici e che in certi casi più gravi ci inducono a ricorrere ad assunzioni di
sostanze farmacologiche , psicofarmaci o
chimiche , stimolanti o calmanti , che comunque modificano lo stato mentale ,
nel bisogno di evadere e liberarsi , anche se temporaneamente , da situazioni
di sofferenza.
Ansie che vogliamo placare in modo strumentale , attraverso
il cibo, il fumo , l’alcol e per quanto riguarda il nostro aspetto fisico , con
sistemi che cerchino di nascondere le
impronte che il tempo impietosamente lascia
sul nostro corpo , sempre più marcate.
Non vi è scampo contro il tempo , ma possiamo , se
vogliamo , ridimensionare il rapporto che la nostra mente ha con il tempo , allontanandoci da lui , dal suo implacabile
meccanicismo , dalla ossessione di essere perseguitati dai suoi strumenti, sempre più sofisticati , sempre
più minuziosamente precisi .
Ciò lo si può ottenere riprendendo una nostra
personale percezione della entità del tempo , rimodulandola mentalmente , in
modo da poterla gestire utilizzando la capacità di controllo mentale sulle cose
, e fisicamente sulle azioni , rivivendo la nostra realtà quotidiana seguendo
il “ nostro tempo “ , quello ricreato psichicamente dalla e nella nostra mente
, divenuta più consapevole della propria autonomia funzionale .
A quel punto , importante è rimodulare la priorità delle cose da fare ,
facendo sì che siano le cose che vogliamo fare a misurare il “nostro tempo “ e
non che sia il “tempo meccanico “ a doverle condizionare .
Non dovrà essere più necessario realizzare quante più
cose in tempi sempre più stretti , ma rallentare la corsa , anche con qualche
pausa di riflessione, per riordinare le idee, ristabilire una priorità delle
cose in base ad una scaletta non più legata al tempo , ma strutturata sulla
fattibilità reale delle cose stesse.
Una rimodulazione della nostra vita quotidiana che
faccia emergere la indispensabilità delle “pause “ , del riappropriarsi di momenti nei quali chiedere a noi stessi cosa
stiamo facendo e come la stiamo facendo, per metterci in condizione di
modificare comportamenti e ristabilire l’importanza fondamentale della “salute
mentale” , quella psichica, che è chiaramente e strettamente collegata a quella
del nostro corpo.
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