Autoriciclaggio e
le Mafie
Le varie “ mafie “ non
potranno mai essere debellate sino a quando le loro risorse economiche e
finanziarie troveranno coperture e complicità da parte di istituti finanziari o
società finanziarie , nel “ riciclaggio “ del denaro “sporco “ ;
sino a quando lo Stato , attraverso i suoi Organi Politici ( Parlamento
e Governo ) , continuerà a non
emettere e rendere operative
determinate leggi , che siano
veramente efficaci al fine di colpire in
modo definitivo e radicale al cuore ogni tipo di mafia . Cioè , non solo individuando le vie e le
coperture che consentono il deposito e
l’accumulo di ingenti somme di denaro “ sporco “ , ma fondamentalmente utilizzando sino in fondo gli
strumenti giuridici del
Sequestro e della
Confisca di tutti
i loro beni economici e finanziari .
Per
tali motivi , è estremamente importante
l’emissione di una chiara legge sullo “ Autoriciclaggio “ che contempli
pene severe nei confronti di
chi commette tale reato.
I mafiosi
e le loro
famiglie , accumulano ingenti
somme di denaro attraverso il traffico e
i mercati della droga , attraverso
la prostituzione , attraverso il
traffico dì armi , attraverso lo
smaltimento dei rifiuti , attraverso il gioco d’azzardo , e anche attraverso la
compravendita di organi umani ,
oltre alla porno-pedofilia e ad altre attività illecite . I mafiosi , con le proprie famiglie , normalmente
non conducono una vita lussuosa e mondana ed evitano rigorosamente di
apparire in pubblico sfoggiando
le proprie ricchezze , appunto per
non essere oggetto
di inevitabili indagini
da parte del fisco. I
mafiosi , come individui , essendo già
iscritti nei registri penali , già indagati , già imputati , o anche già condannati , ma
latitanti , spesso si tengono nascosti , persino in tuguri , ma ben
protetti da muri di omertà e di complicità .
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Le
loro ricchezze , i loro soldi , i loro possedimenti in beni mobili ed immobili , sono opportunamente intestati a persone diverse , i cosiddetti prestanome ,
in luoghi sconosciuti e presso banche
sconosciute , sicuramente in posti ed istituti dei cosiddetti paradisi fiscali , dove il giro
di interessi lucrativi
e speculativi è di
enorme portata e che
coinvolge , attraverso il
riciclaggio di denaro “ sporco “ , anche
grosse attività lecite , commerciali ,agricole, industriali , di tipo azionario , di servizi turistici ,etc….
Gli
strumenti ed i mezzi più sofisticati , tecnologicamente più avanzati
in campo telematico , attraverso reti
informative via Web , anche e soprattutto a livello internazionale
, nell’ambito del sistema di indagini fiscali operate dagli Organi statali competenti
, consentirebbero ( ove ve ne fosse
la volontà e l’impegno ) di
realizzare traguardi molto importanti nella lotta contro le
evasioni fiscali e contro ogni attività
criminale di lucro e speculazioni illecite , ma naturalmente
laddove e allorquando ogni
attività istituzionale , giudiziaria e fiscale , sia
adeguatamente supportata da leggi chiare e determinate a colpire inesorabilmente i soggetti
criminali e i beni dagli stessi accumulati. ------------------------------------------------------------
Autoriciclaggio, la solita “svista”: ora scompare la
confisca dei beni
La confisca di beni e profitti per il
reato scompare dal decreto di Palazzo Chigi
di Luciano Cerasa | 2 luglio 2017
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Che sia la solita legge
scritta con i piedi o, peggio, il frutto di una precisa volontà
politica, il governo ha sfornato l’ennesimo mostro giuridico di questa
legislatura. A beneficiarne saranno i boss delle organizzazioni
criminali che verranno riconosciuti d’ora in poi colpevoli
o che patteggeranno per il reato di autoriciclaggio.
È una fattispecie
introdotta nella nostra legislazione dal 2015 che punisce le persone, ma
sanziona anche gli enti giuridici come società di capitale o
Spa, responsabili di aver riciclato i proventi di attività
illecite da loro stessi messe in atto: dal traffico di droga al
racket della prostituzione, all’estorsione e alla rapina. A essere
perseguibile è anche chi commette una frode fiscale e poi
investe il frutto dell’evasione in titoli intestati a prestanome o in società
di comodo e off-shore.
Secondo la legge vigente
è prevista la confisca obbligatoria (diretta o per
“equivalente”) dei beni acquisiti con il denaro sporco e anche dei profitti
prodotti. O almeno fino al prossimo 4 luglio, quando entrerà in vigore il
decreto legislativo 25 maggio 2017 n. 90 che recepisce la direttiva
europea sull’antiriciclaggio. Nel testo emanato dal governo e pubblicato
nella Gazzetta ufficiale il 19 giugno scorso, l’autoriciclaggio sparisce dai
reati per i quali è prevista la confisca, che rimane però paradossalmente per
il riciclaggio “semplice”. Qualcuno però nel frattempo si è accorto
della svista (o della “manina”) che aveva indirizzato il dispositivo e la
segnala aPalazzo Chigi che prova a correre ai ripari quando la
frittata di commi e cavilli è già stata fatta e pubblicata. Purtroppo, come si
dice in Veneto, il risultato è che l’è peso el tacon del
buso.
Il 28 giugno è uscito
infatti in Gazzetta ufficiale (serie generale n. 149) un
comunicato di rettifica e correzione che “reintegra” il testo del decreto
legislativo inserendo le paroline mancanti. Solo che questo strumento può
essere utilizzato soltanto in caso di errori formali, materiali o di stampa,
ininfluenti sul contenuto normativo degli atti pubblicati, o per una difformità
tra il testo di un atto normativo promulgato o emanato dal presidente della Repubblica
e quello effettivamente approvato dal Parlamento o dal Consiglio dei ministri.
Qui, invece, si inseriscono fattispecie di reato che il testo originario non
contempla. Con quali conseguenze giuridiche?
“C’è il rischio che il
giudice nel processo, ritenendo la rettifica priva di presupposti e di
fondamento, applichi il testo del decreto promulgato quindi senza
autoriciclaggio – spiega Daniele Piva, professore di Diritto penale
commerciale presso la Facoltà di Economia dell’Università Sapienza di Roma –
molti avvocati difensori vi si appelleranno; occorrerebbe un decreto legge ad
hoc da far approvare entro martedì o sarà il caos”.
“Siamo di fronte a un
fatto molto grave, un errore così grossolano può essere la mera svista di
un governo di incompetenti oppure l’ennesimo favore a furbi, evasori e criminali
pericolosi – attacca il deputato dei Cinquestelle che ha denunciato la vicenda, Vittorio
Ferraresi – in tutti e due i casi creerà dei problemi giurisprudenziali e di
impunità enormi per il tempo che passerà fino alla giusta correzione”.
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