PER LA
NOSTRA SICILIA
IN NOME
DELLA SOVRANITA’ del POPOLO SICILIANO , e
dello
STATUTO SPECIALE della
REGIONE SICILIA
( G.U. del REGNO
D'ITALIA 10 giugno 1946, n. 133-3 )
lo Statuto Speciale, emanato con regio
decreto da Re Umberto II il 15 maggio 1946
(quindi precedente alla Costituzione della
Repubblica italiana, che lo ha recepito per intero con la legge
costituzionale n. 2 del 1948 ),
Concittadini siciliani , abbiamo il diritto e anche il
dovere nei confronti dei nostri giovani , di far sentire pubblicamente la
nostra voce , di far valere la nostra presenza davanti e nel mondo
della politica siciliana e nazionale , di uscire finalmente
fuori dalla schiera di quelli che “ non votano “ , che sono “
incerti “ , indecisi , perché sono sfiduciati , increduli in un possibile
cambiamento .
Potrebbe sembrare assurdo e paradossale che se anche oltre
la metà della popolazione di elettori si astengono dal votare , questi
debbano essere ignorati sotto il profilo dei calcoli
elettorali e quindi delle risultanze ai fini del diritto e
titolo a governare da parte di quella parte politica che ha
ottenuto voti favorevoli solo da una minoranza della popolazione .
Ma questa è la triste realtà !
UNIAMOCI in un
“ Movimento
Popolare di Rinascita Siciliana” ,
per contrapporci ad un sistema politico-affaristico , che continua a
spolpare le risorse della Sicilia , con intrallazzi di ogni genere , con
complicità mafiose . Personaggi politici di partiti ,associati fra loro , che ancora una volta si ripropongono , facendo
credere ai Siciliani di essere molto
esperti e competenti e che sapranno risollevare le sorti economiche e
sociali della Sicilia ; proprio gli stessi che invece le hanno affossate con
imbrogli e loschi affari , con attività che non hanno avuto
nulla a che vedere con la vera Politica per il Bene comune e per la Giustizia
sociale verso il Popolo siciliano.
Tali
politici contano ancora di poter gestire
il potere attraverso gli scambi di favore , promettendo , dietro l’impegno del
voto a loro favore , un appalto , un
affare , una raccomandazione importante , sfruttando lo stato di bisogno del
cittadino e le condizioni di precarietà , peraltro già cagionate a causa della
loro politica affaristica , nonché da oneri fiscali iniqui e
divenuti insostenibili .
Tutto ciò dovrà finire , se vorremo realmente risollevare le sorti della nostra
Terra , della economia reale , delle
risorse agricole, imprenditoriali , adesso strozzate da
super imposte e balzelli vari e da condizioni proibitive per lo sviluppo
e l’occupazione , DOBBIAMO proporre
una iniziativa politica ,
rivolta a ristabilire
una “ Autonomia fiscale “
della Regione Siciliana
Per quanto riguarda la materia fiscale, la totalità delle imposte riscosse in Sicilia dovrebbe rimanere
nell'isola[11]. Ai sensi degli articoli
36 e seguenti del proprio Statuto (Legge Costituzionale n.2 del 26 febbraio
1948), la Regione siciliana è dotata di completa autonomia finanziaria e
fiscale[12].
e
realizzare una “ Riforma del sistema
fiscale “ , che sia rivolta
ad invogliare investimenti di capitali , soprattutto esteri , in Sicilia , e ad incrementare
occupazione e lavoro per imprese nel territorio; con la
quale Riforma disporre che le imposte per TUTTI i
redditi e rendite finanziarie siano stabilite con misure di aliquote proporzionali
ai vari redditi e sino ad una aliquota massima del 20 % , anche per i redditi più alti e le rendite più elevate . Per
quanto riguarda i capitali depositati , ivi compresi quelli provenienti
dall’estero, va applicata una imposta di
ingresso del 10 % del
capitale depositato , però alla condizione vincolante che al meno il 60 % di ogni somma di capitale depositata venga
investita in attività imprenditoriali
che effettivamente creino in
Sicilia posti di lavoro , specialmente
per i giovani , nel campo delle infrastrutture
e nei settori agricolo , zootecnico e turistico . Altrimenti , nei casi in cui dovessero risultare investimenti diversi dalle
condizioni vincolanti e non realmente
finalizzati agli obiettivi come sopra citati , le aliquote fiscali previste per i suddetti capitali saranno nuovamente
ristabilite
e
imposte in misure proporzionalmente superiori al 20 % del capitale già
depositato.
Una Riforma del Fisco che veda coinvolti anche gli scaglioni
IRPEF , prevedendo le seguenti aliquote:
Una esenzione per i redditi sino al 10 mila euro annui ;
Una aliquota
da zero al 10 %, per redditi fino a 15 mila euro annui ;
Dal 10 al 15 %,
per redditi fino a 30 mila euro annui ;
- Dal 15 al 20 %, per
redditi oltre i 30 mila euro annui ;
Una aliquota del 10 % , a titolo di imposta
di deposito o ingresso , per quei
capitali depositati che rispettino la condizione vincolante stabilita nella Riforma .
- Una aliquota del 20 %
in su , da riapplicare come imposta di deposito , in misure
proporzionali maggiorate del 5 % , su quei capitali già depositati che non abbiano
rispettato le condizioni vincolanti stabilite dalla Riforma.
Sul fronte
delle detrazioni si pensa di fissarle all’ 80
% delle spese
sostenute per beni e servizi
essenziali , per il lavoro
dipendente e per i pensionati , e
al 70 % delle spese sostenute , per i lavoratori autonomi.
La
possibilità di poter fruire di detrazioni dalle imposte o anche di rimborsi di
spese , in caso di redditi bassi , verrebbe a determinare un importante
incentivo al rilascio di ricevute fiscali e fatture ,
riducendo drasticamente il fenomeno dei pagamenti fatti per lavori e
acquisti “ in nero “ e pertanto quello della evasione fiscale.
Inoltre ,
sarebbe necessaria una semplificazione del sistema
fiscale attraverso la riduzione numerica dei tipi di imposte a solo
quelle sui redditi di lavoro , redditi di impresa , sul patrimonio e sui
consumi ( IVA ) e quest’ultima imposta
da corrispondere in modo diretto e automatico da parte del consumatore
all’erario , all’atto stesso del rilascio della ricevuta fiscale .